Papà gay ottiene l'affidamento congiunto della figlia

Il padre potrà stare con la figlia, un week end a settimane alterne, tre settimane d'estate, sei giorni durante il periodo natalizio e tre per la settimana di Pasqua. La decisione è stata accolta favorevolmente da diverse associazioni, non solo gay. "Le capacità genitoriali - dicono - prescindono dalle propensioni sessuali"

Il tribunale di Bologna ha deciso l'affidamento condiviso di una figlia minorenne ad una coppia separata nella quale il padre è dichiaratamente omosessuale. Si tratta del primo provvedimento del genere in Italia (nel 1997 era stata una mamma a dichiarasi omosessuale ma mai fino ad oggi era successo che a dichiararsi pubblicamente gay fosse il papà). In un primo momento, dopo la separazione, la bambina era stata affidata alla madre, con la facoltà per il padre di vederla quando lo desiderava previo accordo con la madre. In seguito però, visti gli ostacoli della donna a consentire al padre di vederla, ne è nata una contesa legale conclusa con la decisione del Tribunale di un affidamento ad entrambi i genitori. Nella loro decisione i giudici, pur mantenendo la residenza abituale della bambina presso la casa della madre, hanno fissato una regolamentazione precisa dei tempi nei quali sarà il padre a stare con la figlia, che prevedono fra l'altro un week end a settimane alterne, tre settimane durante l'estate, sei giorni durante il periodo natalizio e tre per la settimana di Pasqua. La sentenza è stata accolta positivamente da diverse parti. L'Ami, l'Associazione Matrimonialisti Italiani, giudica assolutamente condivisibile la sentenza del Tribunale di Bologna che ha applicato l'istituto dell'affidamento condiviso anche al caso di una coppia in cui uno dei due genitori, nel caso il padre, si era dichiarato omosessuale. "Nel 20% dei casi di separazione e richiesta di affidamento congiuto dei figli - dice il presidente Gian Ettore Gassani -, uno dei coniugi è omosessuale ma non lo dichiara pubblicamente. Quello di Bologna è il primo caso in cui un padre ammette pubblicamente, durante il processo, la propria omosessualità". La sentenza tra l'altro, aggiunge l'avvocato Gassani, "è
in linea con lo spirito delle attuali leggi che mirano ad eliminare ogni discriminazione di sorta nel rapporto tra genitori e figli. Inoltre, secondo gli orientamenti della maggioranza degli psicologi che si occupano di diritto di famiglia, le capacità genitoriali prescindono dalle propensioni sessuali".Anche l'Arcigay accoglie con favore la sentenza del Tribunale di Bologna. "La decisione di affidare congiuntamente la figlia minorenne sia alla madre che al padre, dichiaratamente omosessuale - afferma Aurelio Mancuso presidente nazionale dell'Arcigay -, si prefigura come un altro segno di civiltà giuridica, in un paese dove è solo la politica che non fa il suo dovere. Ci sono già state molte sentenze negli anni che hanno riconosciuto a donne lesbiche di ottenere l'affidamento dei propri figli. Questa sentenza, rafforza l'idea condivisa in tutta l'Europa e l'Occidente avanzati che le e gli omosessuali sono buoni genitori e hanno gli stessi diritti di quelli eterosessuali". Un po' polemico (ma con la stampa) Michele Giarratano, responsabile giuridico del Comitato bolognese Arcigay "Il Cassero", secondo il quale "i giudici di Bologna non hanno fatto nulla di straordinario se non applicare correttamente la legge italiana, la Costituzione e la legge europea. Dello stesso parere anche Sergio Rovasio segretario dell'associazione radicale "Certi diritti". Chi avrebbe mai pubblicato - chiede Giarratano - un affidamento condiviso ad un genitore nero? Raccontando episodi quotidiani ponendo l'accento su un fattore non determinante quale l'orientamento sessuale di un genitore, diventa una disparità di trattamento, una vera e propria discriminazione". Di parere diametralmente opposto il deputato dell'Unione di Centro Luca Volontè secondo il quale "la decisione del Tribunale di Bologna devasta i diritti dell'infanzia". A devastare i diritti dell'infanzia, secondo Volontè, sarebbe il contesto nel quale il minore viene inserito. "Un bimbo - precisa - non può crescere in maniera equilibrata e serena con molteplici figure maschili che si scambiano il ruolo di padre".Secondo una ricerca condotta qualche anno fa da Arcigay in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, si può calcolare che ad oggi sono circa 100mila i bambini con genitori omosessuali.I genitori sono tali indipendentemente dagli orientamenti sessuali. Sei d'accordo? Dì la tua
(23 luglio 2008)

Finché morte ci unisca al cimitero


A Rimini i conviventi avranno gli stessi diritti delle coppie sposate, anche se solo al cimitero.

A Rimini, diversamente da altre comuni, il regolamento cimiteriale non consente di acquistare loculi pre-mortem: solo all'atto del decesso la famiglia del defunto può provvedere alla sua sistemazione sborsando una cifra che si aggira sui 5.000 euro.Con l'approvazione del nuovo regolamento invece, non solo i coniugi potranno riservarsi posti vicini ma potranno farlo anche i conviventi grazie a un emendamento proposto da Rifondazione comunista passata quasi all'unanimità, con il voto favorevole anche di cattolici, di ogni posizione politica, e del centrodestra che a Rimini è all'opposizione. Unico astenuto un consigliere dei Popolari Liberali (ex Udc) che ha avanzato timori speculativi o possibili obiezioni da parte degli eredi.Il tema è quello delle coppie di fatto, un riconoscimento sul quale si spendono anche in questi giorni parole e discussioni, fantasmi di legge con i nomi più diversi - Pacs, Dico, DiDoRe - ma ben pochi fatti a eccezione di botta e risposta tra maggioranza e opposizione e moniti dei Papa. In assenza di una normativa a livello nazionale i comuni viaggiano a due velocità nei limiti legislativi che gli sono concessi. Talvolta non senza tornare sui propri passi: come a Genova dove il registro delle unioni era dato per imminente all'inizio dell'anno ma ancor manca o come a Pescara, dove invece stanno pensando di revocarlo.

Famiglie, Coppie e Genitori LGBTQI Verona

Famiglie LGBTQ è il Blog di tutte le famiglie, le coppie e i genitori LGBTQI di Verona. Il nostro scopo è il pieno riconoscimento dei diritti per le nostre famiglie e per le nostre unioni.
Se volete ricevere informazioni su di noi, lo potete fare scrivendoci una e-mail: familygay.verona@gmail.com - Altre informazione le trovate presso le sedi delle associazioni e dei gruppi LGBT veronesi.