Dove va la chiesa dopo il sinodo sulla famiglia?

L’Ass.ne LIEVITI APS e il CIRCOLO UAAR di VERONA
organizzano una speciale serata di incontro/dibattito, approfondimendo e convivialità 

Dove va la chiesa dopo il sinodo sulla famiglia?

SABATO 13 DICEMBRE 2014 ore 19.30

al MILK LGBT CENTER VERONA Via Antonio Nichesola, 9 - Verona ( Zona San Michele Extra )

Lo scorso ottobre, dal 5 al 19 ottobre si è svolto in Vaticano il “Sinodo straordinario sulla famiglia”, nel quale la Chiesa Cattolica ha voluto affrontare temi e realtà oramai esistenti, da sempre considerati scottanti tabù al suo interno, come l’accoglienza ai divorziati, le famiglie omogenitoriali, le coppie di fatto e i matrimoni fra persone dello stesso sesso.Il Sinodo si è poi concluso con un nulla di fatto, con il ritorno alle vecchie posizioni, nonostante le buone premesse della vigilia. Ci chiediamo se il dibattito continua o se si è messa una pietra sopra.

Arcigay alla Lega: «L’avete già fatta la festa alla famiglia, cosa volete toglierle ancora?»

Arcigay Udine risponde alla Lega: L'associazione di Udine e Pordenone critica la proposta del Carroccio di istituire una data per celebrare e tutelare le unioni tradizionali
Si accende ancora la polemica tra Arcigay e Lega nord. In merito all'intenzione del Carroccio di proporre nel consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia l’istituzione della “Festa della famiglia naturale” interviene Giacomo Deperu, il presidente dell’associazione Arcigay Friuli “Nuovi Passi” Udine e Pordenone.
«La famiglia diventa un valore solo quando la si vuole usare come un manganello per attaccare le persone omosessuali – afferma Deperu -, mai quando deve essere davvero tutelata, alleggerita dalla pressione fiscale, agevolata con servizi di qualità per conciliare figli e lavoro».
«Siamo famiglia anche noi coppie omosessuali – continua il presidente dell’Arcigay Friuli -, spesso con figli, e conosciamo bene quanti e quali siano in realtà i problemi quotidiani per la famiglia italiana abbandonata a se stessa. In vent’anni di governo con Berlusconi, la Lega l’ha già fatta la festa alla famiglia: cosa volete toglierle ancora?».

Le Famiglie Venete ci sono e faranno festa!

Le famiglie venete sono al passo coi tempi, non il Consiglio regionale


Riceviamo da Mattia Stella Presidente Arcigay "15 Giugno" Vicenza e pubblichiamo Il 14 ottobre 2014 il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato una mozione che impegna la Giunta ad individuare una data per celebrare la "Famiglia Naturale", intesa esclusivamente come uomo e donna uniti in matrimonio, e a promuoverne i principi presso enti e scuole. Inoltre, chiede al Governo di non applicare le direttive del Documento Standard per l'educazione sessuale in Europa, redatto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il provvedimento crea una riprovevole classificazione di merito tra le tante diverse famiglie presenti nella nostra Regione: di fatto, istituzionalizza la distinzione tra un unico modello di famiglia degno di essere celebrato, e tutte le altre forme di famiglia, istigando pericolosamente alla discriminazione. Riteniamo che il tessuto sociale del Veneto sia molto più evoluto di quanto la classe politica voglia farci credere ed imporci, essendo esso rappresentato anche da famiglie omogenitoriali e monogenitoriali, coppie separate, coppie non sposate e famiglie ricostituite. È impensabile che l'amministrazione regionale rimanga sorda e cieca di fronte ai bisogni concreti delle famiglie venete, le quali chiedono riconoscimento politico e rispetto sociale. Basta alle azioni demagogiche sulla nostra pelle condotte per fini elettorali! Sono tante le associazioni del Veneto che hanno a cuore l'uguaglianza e i diritti di tutte le famiglie, e che unite rispondono a questa e ad altre deprecabili mozioni omofobe approvate in alcuni comuni: la Festa delle Famiglie Venete sarà un momento di condivisione e gioia che si terrà domenica 16 novembre dalle ore 13:00 alle ore 17:00 presso la palestra Colombo, via Nikolajewka 5, zona Villaggio del Sole a Vicenza. Prevista animazione per i più piccoli, testimonianze, spazio per le associazioni, musica, insomma un'importante occasione di aggregazione e di confronto, senza alcuna odiosa discriminazione. Hashtag ufficiale: #siamofamiglia


Articolo su Vicenza più

PER LA LEGA LE FAMIGLIE NON SONO TUTTE UGUALI

PER LA LEGA LE FAMIGLIE NON SONO TUTTE UGUALI:

Comunicato stampa delle associazioni e dei gruppi LGBTQI del Veneto

Nelle prossime settimane la Lega Nord ri-presenterà in Consiglio Regionale una mozione che impegna la Giunta ad individuare una data per celebrare la "Festa della Famiglia Naturale, fondata sull’unione tra uomo e donna”.
Nulla da eccepire, se non fosse che il testo contiene, in realtà, affermazioni gravemente discriminatorie - sin dal titolo - e colpevoli di vera e propria disinformazione sul ddl Scalfarotto per il contrasto all’omotransfobia, sulla strategia dell’UNAR contro le discriminazioni e su altre delicate questioni oggetto di discussione negli ultimi mesi in Italia.
I consiglieri leghisti, ignorando la realtà dei fatti che vede una società multiforme e di certo non standardizzata, forzano l'assegnazione di etichette alle famiglie del Veneto, considerandone alcune come “naturali” e relegando tutte le altre, come ad esempio quelle composte da un solo genitore e dal proprio figlio, a subire il peso dell'etichetta di “innaturali”.
Allo stesso tempo, tra le premesse del testo in oggetto, leggiamo che “le istituzioni devono provvedere allo stanziamento di pubblici sussidi al fine di garantire ai genitori un’effettiva libertà” di scelta della scuola per i propri figli; il che significa che la Regione Veneto dovrebbe finanziare maggiormente le scuole private, richiesta davvero infelice in un momento così difficile per la scuola pubblica.

Le Bugie e l'ignoranza del Ministro Lorenzin a Porta a Porta

Il 17 settembre 2014 è andata in onda una vergognosa puntata di Porta a Porta, concepita per screditare in modo voluto le famiglie omogenitoriali, la ministra della Salute Beatrice Lorenzin (NCD) si è lasciata uscire dalla bocca gravi affermazioni senza nessun fondamento scientifico, ha detto: "tutta la letteratura psichiatrica da Freud in poi riconosce la necessità di una figura maschile ed una femminile per il corretto sviluppo dell'identità del bambino". Ma quando mai! Riportiamo qui sotto un articolo sull' HUFFINGTON POST di Giuseppina La Delfa, Presidente dell'associazione Famiglie Arcibaleno: 

Omogenitorialità, 'Porta a Porta' bugiardo e il ministro Lorenzin impreparato o in malafede


Arcigay: Renzi, dove sono le Unioni civili?

Mille giorni, Romani (Arcigay): “Ci aspettavamo il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, ci ritroviamo un sito. Renzi usi parole chiare”

Bologna, 1 settembre 2014 – “Non una parola sul riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso nell’agenda dei mille giorni del Governo”: Flavio Romani, presidente di Arcigay, commenta la conferenza stampa appena conclusa dei premier Matteo Renzi. “Lo stesso Renzi – sostiene Romani – aveva annunciato la discesa in campo del Governo per regolare le unioni tra gay e lesbiche, scavalcando di fatto l’azione parlamentare.

Si, lo voglio - Arcigay Vicenza lancia una campagna per le unioni civili

ARCIGAY VICENZA lancia una campagna, perchè è ora che anche in Italia vengano riconosciuti i diritti per le coppie.

Petizione: #silovoglio per l’equiparazione dei diritti delle coppie eterosessuali e omosessuali
Migliaia di coppie in Italia vivono una relazione sentimentale stabile senza avere alcuna tutela e senza essere riconosciute dallo Stato. Noi crediamo che sia giunto il tempo per diritti e uguaglianza nei confronti di tutte le coppie, eterosessuali e omosessuali. Per questo Arcigay Vicenza ha lanciato un appello per chiedere al Parlamento di prendere posizione. È possibile infatti sottoscrivere la nostra petizione di sensibilizzazione rivolta al Presidenti del Senato e della Camera dei Deputati per l’equiparazione dei diritti delle coppie eterosessuali ed omosessuali. Leggi l'articolo completo

Coppia lesbica adotta una bimba. Il tribunale di Roma scrive la storia

Fa discutere le decisione dei giudici che hanno dato l'assenso alla “stepchild adoption". Per la prima volta in Italia è stata riconosciuta l'adozione della figlia biologica di una sola delle due conviventi

Volevano un figlio, e volevano fosse loro figlio, non solo perchè lo crescevano insieme  ma anche per la legge. Si perchè per loro, una coppia omosessuale romana originaria di Udine per lo Stato Italiano non è consentito avere un figlio, o meglio, non era consentito fino ad oggi quando il Tribunale per i Minorenni di Roma ha riconosciuto l'adozione di una bimba, figlio biologico di una sola delle due conviventi, che sono libere professioniste.
Si tratta del primo caso in Italia di "stepchild adoption", una pratica già consentita in altri paesi, come rende noto Maria Antonia Pili, legale della coppia  e presidente di Aiaf Friuli. La coppia infatti ha avuto una bimba all'estero anni fa con procreazione assistita eterologa per realizzare un progetto di genitorialità condivisa.  Le due donne, sposate all'estero, si erano rivolte all'Associazione italiana avvocati famiglia e minori, per procedere con il ricorso per l'adozione.
Il caso si appresta a fare discutere. La legge italiana consente al marito/moglie di adottare il figlio dell'altro/altra, quando per esempio uno dei due resta vedovo con figlio e si risposa. Tuttavia l'ex art. 44 della legge 184/1983 consente anche l'adozione da parte del single che abbia instaurato un rapporto significativo col minore. Ma il  riconoscimento deve essere subordinato al fatto che l'adozione avvenuta secondo legge straniera non violi norme diritto pubblico interno.
"Il ricorso e' stato accolto - ha dichiarato l'avvocato Pili - nel superiore e preminente interesse del minore a mantenere anche formalmente con l'adulto, in questo caso genitore 'sociale'  quel rapporto affettivo e di convivenza gia' positivamente consolidatosi nel tempo, a maggior ragione se nell'ambito di un nucleo familiare e indipendentemente dall'orientamento sessuale dei genitori. La norma in questione infatti - ha aggiunto la legale - non contiene alcuna discriminazione fra coppie conviventi siano esse eterosessuali o omosessuali". Secondo Pili, dunque, il Tribunale per i Minorenni di Roma "ha correttamente interpretato la norma di apertura" gia' contenuta nella Legge sull'adozione. "Non si e' trattato dunque - ha precisato la legale - come ben argomenta sul punto la sentenza, di concedere un diritto ex novo, ovvero di creare una situazione prima inesistente, ma di garantire nell'interesse di una minore la copertura giuridica a una situazione di fatto gia' consolidata, riconoscendo cosi' diritti e tutela ai quei cambiamenti sociali e di costume che il legislatore ancora fatica a considerare, nonostante - ha concluso - le sempre piu' diffuse e pressanti rivendicazioni dei moltissimi soggetti interessati".

FAMIGLIE, DAL TRIBUNALE DI ROMA VIA LIBERA ALLA STEP CHILD ADOPTION. ROMANI (ARCIGAY): "UN'ALTRA DOCCIA GELATA PER RENZI. LA POLITICA PER NOI È SEMPRE IN VACANZA"

Bologna, 29 agosto 2014 - "Dopo quella nobile a favore dei malati di Sla, ecco un'altra doccia gelida per il nostro premier Renzi. Questa volta però c'è di che essere imbarazzati": Flavio Romani, presidente di Arcigay, commenta a caldo la storica sentenza del tribunale dei minorenni di Roma che riconosce
all'interno di una coppia lesbica il  diritto che una partner adotti il figlio partorito dalla moglie. "Una sentenza che mette al centro gli interessi dei minori e che riconosce l'omogenitorialità come una genitorialità sana e meritevole. Ancora una volta insomma i tribunali italiani, incalzati dalle istanze delle persone gay, lesbiche e trans, pongono rimedio alle lacune di un sistema giuridico che la politica non si dimostra in grado di saper adeguare ai cambiamenti della nostra società. Dinanzi a un Parlamento e a un Governo in vacanza da sempre sul tema dei diritti, tocca di nuovo alla Magistratura ristabilire il senso di giustizia e farsi carico del disagio dei più piccoli e delle loro famiglie. Qui non si tratta di produrre innovazione - mette in chiaro Romani - semmai di colmare vuoti che altrove in Europa hanno colmato da anni; e soprattutto si tratta di emancipare il nostro sistema politico dalla melma di un “convincimento diffuso in parte della società, esclusivamente fondato, questo sì, su pregiudizi e condizionamenti", come si legge a chiare lettere nella sentenza del tribunale capitolino, riportata sul portale Articolo29.it. A questo punto la nostra domanda si fa più assillante: ma Renzi, il nostro premier, cosa sta facendo? Con la sua consueta enfasi aveva annunciato per settembre una legge che riconoscesse le coppie formate da persone dello stesso sesso e i conseguenti diritti, tra cui appunto la step child adoption. Ma settembre è in arrivo e di quella legge nemmeno si parla, evidentemente per non dispiacere ai clericali che tengono in ostaggio la maggioranza progressista di questo Paese, accampati tanto nel Partito Democratico quanto nelle lobby con cui esso si è alleato nelle famigerate larghe intese. Questa situazione - conclude Romani - getta il nostro Paese nel ridicolo e certifica l'inadeguatezza di una classe politica che sui temi che più da vicino toccano la vita delle persone si limita a fare del grottesco avanspettacolo, sospeso tra proclami fintoliberali e scivoloni squallidi che paiono tratti dalla peggio filmografia dello scorso millennio".

Famiglie arcobaleno in maglia viola

Sono moltissime famiglie venute da tutta Italia al PRIDE di Venezia per dimostrare come si può essere felici : «Ma ora servono le leggi».

Cecilia e Federica sono arrivate da Roma insieme ai loro tre figli, Arianna di 10 anni e i due piccoli di qualche mese, Emma e Valerio. Sono una delle tante famiglie arcobaleno, riconoscibili dalla maglietta viola,
venute a Venezia per dimostrare come si può essere una famiglia a tutti gli effetti. Arianna è nata da una precedente relazione etero avuta da Cecilia, ma si trova completamente a suo agio: «L'importante è aver i genitori - dice, insieme ad altre amiche figlie di coppie omosessuali - poi che siano due mamme, due papà o una mamma e un papà poco importa. A volte in classe usano la parola gay come parola negativa, ma si vede che non sanno cosa dicono». La famiglia in viola, con la scritta sulla maglietta «È l'amore che crea una famiglia»,
si sposta un paio di volte all'anno per partecipare tutti insieme e metterci la faccia: «La società si dimostra più aperta quando ti conosce - spiegano le due mamme - perché alla fine facciamo le stesse cose di tutti quanti e abbiamo problemi, gioie e preoccupazioni di tutti i genitori». Tra i manifestanti hanno trovato spazio anche due associazioni che rappresentano una fascia di omosessuali di cui non si parla ancora molto. Sono gli omosessuali sordi e i genitori che si sono scoperti omosessuali dopo un rapporto di coppia da cui sono nati dei figli. I primi sono spesso vittime di due tipi di pregiudizi, quello sui gay e quello sulla sordità. «È la prima volta che scendiamo in piazza - ha detto Alessandro, l'unico del gruppo che sa parlare oltre a comunicare nella lingua dei segni - e vogliamo dire a chi è gay e sordo che non è solo e che bisogna avere il coraggio di rompere i pregiudizi. Inoltre noi siamo qui perché è importante fare informazione anche con la lingua dei segni». Stefano Castagna è invece il portavoce del Nordest della Rete Genitori Rainbow: «L'obiettivo della manifestazione è mostrare alla gente che siamo tutti uguali e che noi siamo persone normali. Ci sono ancora troppe persone che vivono la loro omosessualità nascoste e in Europa siamo il fanalino di coda per quanto riguarda i diritti. Noi andiamo nelle scuole a parlare della nostra esperienza, ma c'è bisogno di leggi, prima quella contro l'omofobia e poi quella che conceda di sposarsi».
Vera Mantengoli

ISRAELE: Legge del ritorno anche alle famiglie lgbtq

Israele riconosce le coppie gay, legge del ritorno anche per le famiglie omosessuali ​

Anche le coppie gay potranno godere dei benefici della «legge del ritorno», la riforma è stata proposta dal ministro degli Interni Gideon Saar e potrebbe entrare in vigore a breve. La legge del ritorno, uno dei pilastri dello Stato ebraico, consente di ottenere la cittadinanza israeliana a tutti gli ebrei della diaspora che ne fanno richiesta e questo beneficio si estende al coniuge. Se la proposta di Saar entrasse in vigore anche gli omosessuali ebrei legalmente sposati all’estero potranno diventare cittadini israeliani in modo automatico. La riforma, però, dovrà afffrontare la probabile ostilità dei settori più conservatori e religiosi, presenti anche all’interno del governo di Benjamin Netanyahu.

Postato da: Zeno Menegazzi
Fonte: Il messaggero

La DHL: Congedo matrimoniale... Anche alle coppie gay

Il congedo matrimoniale? Anche alle coppie gay
Intesa rivoluzionaria alla Dhl: «La diversità rappresenta un vantaggio competitivo»
VENEZIA Per la prima volta il congedo matrimoniale sarà concesso anche per le unioni di fatto, dunque pure alle coppie gay. E non per estemporanea concessione di un'impresa sfiancata da un impiegato insistente, bensì in maniera stabile a tutti i dipendenti (complessivamente 2.500) che ne faranno richiesta, in base a quanto previsto dal nuovo contratto integrativo aziendale.

Anche questa è una Famiglia!...che vi piaccia o no


Grosseto: Tribunale autorizza matrimonio gay

NOZZE OMOSEX, IL TRIBUNALE DI GROSSETO AUTORIZZA LA TRASCRIZIONE. ARCIGAY: "ORA TOCCA AI SINDACI: CHI CREDE NELL'UGUAGLIANZA DIA ESITO A QUESTA SENTENZA"

10 aprile 2014 - "La sentenza attraverso la quale il Tribunale di Grosseto ha autorizzato il Comune alla trascrizione di un matrimonio tra persone dello stesso sesso contratto all'estero può aprire una fase nuova nel dibattito sul tema": lo sostiene Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay. "Ora la palla passa da un lato al Parlamento - prosegue Romani -, destinatario dell'ennesimo richiamo implicito per il vuoto legislativo sul tema, e dall'altro ai sindaci dei Comuni italiani, per i quali si apre uno spiraglio importante per praticare, e non solo rivendicare, l'uguaglianza tra tutti i cittadini e le cittadine nei loro territori. Agli uni e agli altri spetta ristabilire il primato della politica ed esplorare non solo gli esiti di questo provvedimento ma anche tutte le possibilità di tradurre i principi ribaditi dai giudici in azioni rilevanti per la vita delle persone gay e lesbiche. Se un magistrato, attenendosi strettamente alle norme scritte e ai pronunciamenti delle Supreme Corti, riesce a garantire oggi il riconoscimento di un matrimonio tra persone dello stesso sesso in Italia, è impensabile che i legislatori e gli amministratori pubblici, a cui spetta anche l'esplorazione e il superamento dei limiti del nostro assetto legislativo, non possano mettere in campo azioni significative nella stessa direzione. Il traguardo per noi resta il riconoscimento della piena uguaglianza delle persone gay, lesbiche e trans: l'auspicio allora è che si acceleri il dibattito parlamentare sulle unioni tra persone dello stesso sesso, ponendo come obiettivo non trattabile l'estensione del matrimonio civile a tutte le coppie, omosessuali ed eterosessuali, evitando leggi pasticcio che richiedano l'intervento correttivo delle Supreme Corti, iter anomalo e tuttavia molto ricorrente, che restituisce una fotografia sconfortante della competenza di chi in questo Paese è chiamato a legiferare". 

Famiglie, Coppie e Genitori LGBTQI Verona

Famiglie LGBTQ è il Blog di tutte le famiglie, le coppie e i genitori LGBTQI di Verona. Il nostro scopo è il pieno riconoscimento dei diritti per le nostre famiglie e per le nostre unioni.
Se volete ricevere informazioni su di noi, lo potete fare scrivendoci una e-mail: familygay.verona@gmail.com - Altre informazione le trovate presso le sedi delle associazioni e dei gruppi LGBT veronesi.