Gruppo genitori omosessuali e genitori di omosessuali

La presenza maggiore è data dai genitori, come ho già detto, etero e gay. E’stato ( e uso una parola che può sembrare fuori luogo) bellissimo vedere i genitori che timidi entravano dalla porta dell’ Ass. Rebis non sapendo cosa e chi avrebbero trovato.

Ermanno Marogna aveva già tentato un paio di anni fa di creare un momento di accoglienza e di ascolto per i genitori, ma a parte me, non ci fu riscontro.

Pazientemente si è atteso che i tempi fossero maturi e dopo un po’ di pubblicità e passa parola, i genitori sono venuti allo scoperto.

Ci sediamo in cerchio, ci presentiamo e diciamo perché siamo lì, uno alla volta nella centralità e nel rispetto dell’altro. Qualcuno ha parlato al secondo o terzo incontro, perché sentitosi supportato. La presenza di mamme e qualche papà, fa aprire il cuore. C’è tanto amore da parte nostra e i figli devono sapere che li amiamo sopra ogni cosa e che se anche il loro amore è rivolto a persone del loro stesso sesso, sono PERSONE fragili, insicure, impaurite, dolci, a volte pieni di rabbia, con tanto rancore dentro, che ci chiedono aiuto. E noi genitori ci troviamo insieme sperando di poter meglio aiutare i nostri ragazzi, se le nostre forze non bastano.

Caso diverso è il genitore omosessuale. Il turbamento che trasmettono è di confusione per la rivelazione della loro omosessualità, di dispiacere per il/la consorte che indipendentemente continuano ad amare e preoccupazione lacerante per il come e il quando dovrà dirlo alla figlia/o ancora forse troppo piccoli per non traumatizzarli. Noi genitori abbiamo sempre paura di sbagliare: “E se un amichetto, per sentito dire, prende in giro mio figlio perché suo padre è gay?”.

Rivelazione che può rivelarsi incomprensibile e traumatica di diversità, che vorremmo evitare ai nostri figli, piccoli o grandi che siano.

Altra situazione molto dura che si affronta a fatica è l’identità di genere. In questi casi, il gruppo resta in silenzio e non sa cosa dire. Questa tematica è più complicata, ma dopo l’ascolto, un abbraccio comune è già molto.

Incontrandoci ogni 3/4 settimane, abbiamo voglia di raccontarci e condividere le novità belle o brutte o le piccole vittorie avute in famiglia. Questo dà gioia a noi e al nostro Ermanno e ci da la conferma che è giusto continuare e speriamo sempre che qualche genitore si accodi al nostro gruppetto già numeroso.

Preciso che il nostro desiderio di incontrarci tutti assieme, deriva anche dall’aiuto che possiamo dare a noi stessi, a volte per superare la sorpresa, la delusione, la rabbia, la tristezza, la confusione, il malessere del vivere.Siamo genitori, ma esseri umani e a volte anche per noi è dura e ci vuole un po’ di tempo per capire e “accettare” i nostri figli. L’amore non finisce, anzi aumenta sempre più. E a volte restiamo in disparte perché la nostra invadenza può disturbare i nostri figli in certi momenti difficili: la visibilità, il non dire, il peso e il pensiero del futuro. Il rispetto del genitore è grande.
Se ancora non si fosse capito, alle serate del gruppo genitori si parla di amore in tutte le sue forme.
Personalmente non ho mai finito di imparare e di crescere e se posso essere utile ad altri con la mia testimonianza, ne sono felice.

I nostri figli sono delle perle rare e hanno diritto ad una vita come tutti gli altri.
(L'angolo di Noemi)

Famiglie, Coppie e Genitori LGBTQI Verona

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