COPPIA LESBICA AD ALEMANNO "SINDACO CI SPOSI" E lui: "Non posso"

Dopo Verona ed altre città continuano le richieste simboliche di "Matrimonio", in vista di più importanti azioni di Affermazione Civile.
COPPIA LESBICA AD ALEMANNO "SINDACO CI SPOSI" E lui: "Non posso" mercoledì 23 dicembre 2009 , da La Repubblica - Romadi CARLO PICOZZAGLI avevano scritto: «Mobiliti la sua coscienza, signor sindaco, e ci sposi». Ma alla civilissima provocazione, lanciata attraverso il portale Gay.it, da Francesca e Manuela, romane di 28 e 25 anni, Gianni Alemanno ha risposto lapidario: «Non è previsto». Un non possumus prevedibile quello del primo cittadino che si è così distinto dal suo collega di Torino, Sergio Chiamparino, dopo l´annuncio di questi di unire in matrimonio due lesbiche.Proprio sull´intenzione del sindaco della città della Mole è nata l´iniziativa "Mille Chiamparino" del portale Gay.it che ha varato un potenziale filo diretto delle coppie omosessuali con i primi cittadini. Francesca e Manuela, fidanzate da tre anni, accarezzano l´idea di vivere insieme per il 2010, quindi, hanno chiesto ad Alemanno «un gesto simbolico», la benedizione laica, senza cerimonie, della loro unione: «Da tempo formiamo una coppia stabile, ci amiamo, condividiamo gioie e dolori e vorremmo dal sindaco un segnale, un gesto puramente simbolico, ma in grado, da solo, di far comprendere alla città che non possono esistere persone di serie B». Quel «non è previsto» non ha raffreddato le attese. «Era previsto», commentano le due che, con o senza il sì di Alemanno, continueranno ad amarsi: «Il nostro», commentano, «era solo un altro sasso nello stagno di norme che costringono molti a scappare dall´Italia»

Sciopero della fame per matrimonio gay


Intervista rilasciata a al canale LGBT EUSTACCHIO79 rilasciata a Roma in data 21/12/2009 disponibile su YouTube
Comunicato di Mercoledì 23 dicembre 2009
Movimento Spontaneo Nazionale
“Gay Italiani”
http://www.facebook.com/group.php?gid=134854981839
Movimento Spontaneo Nazionale
“EUROPA INTERVIENI ! Tutti uniti per il riconoscimento dei Diritti dei Gay”
http://www.facebook.com/group.php?gid=211908601056

Sciopero della fame per matrimonio gay

Lunedì 4 gennaio, a Roma – Piazza Montecitorio, alle ore 15

Conferenza Stampa di
Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia

Il movimento spontaneo Gay Italiani promosso e fondato da Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia, terrà lunedì 4 gennaio 2010, alle ore 15, una conferenza stampa sulle ragioni dello sciopero della fame ad oltranza finalizzato al riconoscimento della propria unione da parte delle istituzioni.
Aderiscono e/o partecipano:

- Don Franco barbero, esponente delle comunità cristiane di base;
- Sergio Rovasio, segretario associazione Radicale Certi Diritti;
- Donatella Poretti, Senatrice radicale - Pd;
- Anna Paola Concia, deputata Pd;
- Vladimir Luxuria, già parlamentare;
- Franco Grillini già parlamentare, Direttore di Gaynet;
- Alessandro Cecchi Paone, giornalista;
- Intergroup LGBT e ILGA del Parlamento Europeo;
- I rappresentanti regionali del movimento Gay Italiani;
- Tutte le coppie che in Italia hanno aderito all’iniziativa di Affermazione Civile;
- I rappresentanti delle associazioni nazionali che partecipano al progetto e al riconoscimento dei diritti della comunità LGBT italiana.

Sono stati invitati all’iniziativa:
- Tutte le associazioni nazionali che intendono intervenire;
- Rita Levi Montalcini;
- Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino;
- Federico Berruti, Sindaco di Savona;
- Tutte le coppie che in Italia hanno aderito all’iniziativa di Affermazione Civile;
- Imma Battaglia;
- Tutti gli organi di stampa nazionali e le principali agenzie estere;
Intervista rilasciata a al canale LGBT EUSTACCHIO79 rilasciata a Roma in data 21/12/2009 disponibile su YouTube http://www.youtube.com/watch?v=R2VcSAifT5M

FIRENZE: UNA SPERANZA PER I MATRIMONI TRA PERSONE DELLO STESSO SESSO

GAY: COPPIA FIRENZE, PUBBLICAZIONI NOZZE DIRITTO A FELICITA'
(ANSA) - FIRENZE, 19 DIC - 'Spinti dal diritto alla felicita'' e 'decisi a incominciare un cammino per vedere riconosciuta la parificazione dei diritti tra le coppie dello stesso sesso'. Cosi' si sono definiti stamani nell'ambito di un incontro tenuto a Firenze insieme a Radicali e Avvocatura per i diritti LGBT-Rete Lenford, Massimo Ridolfi e Emanuele Bambi, coppia di conviventi gay che il 17 settembre del 2008 hanno chiesto al Comune di Firenze le pubblicazioni per il loro matrimonio e, dopo il no di Palazzo Vecchio, hanno avviato un iter giudiziario che li ha portati ad ottenere dalla corte d'appello di Firenze, nei giorni scorsi, la remissione del caso alla Corte costituziononale.
All'incontro hanno partecipato anche l'avvocato che li segue nel procedimento, Roberto Vergelli, e i parlamentari radicali eletti nel Pd Marco Peduca e Donatella Poretti. 'Il matrimonio civile e' un istituto giuridico non sostituibile, ne' vicariabile da altri, e solo con l'accesso anche delle coppie dello stesso sesso verrebbe rispettato e applicato il principio di eguaglianza e pari dignita' sociale di tutti i cittadini sancito dalla Costituzione', hanno spiegato stamani.
Sulla vicenda la Corte Costituzionale dovrebbe pronunciarsi il prossimo ottobre. Tre casi analoghi a questo, con remissione alla Suprema corte, si sono verificati anche alla corte di appello di Trento ed ai tribunali di Ferrara e Venezia. (ANSA).

DA FIRENZE UNA SPERANZA PER I MATRIMONI OMOSESSUALI

(DIRE) Roma, 19 dic. - "Il diritto alla felicita'" e' questo il motivo che ha spinto Massimo Ridolfi e Emanuele Bambi, il 17 settembre del 2008, a chiedere al Comune di Firenze le pubblicazioni per il loro matrimonio, incominciando un cammino per vedere riconosciuta la parificazione dei diritti tra le coppie dello stesso sesso. Da quel giorno un iter giudiziario seguito dagli avvocati della Rete Lenford ha portato ad ottenere una remissione alla Corte Costituzionale da parte della Corte d'Appello. "Da Firenze viene una speranza per i matrimoni omosessuali", commenta Donatella Poretti, senatrice radicale eletta nel Pd.
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamani a Firenze, l'associazione radicale Certi Diritti e l'avvocatura per i diritti Lgbt-Rete Lenford, hanno espresso la speranza che "da questa citta' possa partire il riconoscimento di questo diritto".
Salgono cosi' a quattro le ordinanze di remissione alla Corte Costituzionale: Firenze, Venezia, Trento e Ferrara. Sempre a Firenze altre due cause devono andare in Cassazione.
"Al Senato, fin il primo giorno della legislatura, abbiamo presentato il ddl 594 per eliminare quegli ostacoli del codice civile perche' si possa riconoscere parita' di diritti e uguaglianza davanti alla legge senza discriminazioni di orientamento sessuale- dice Poretti- Una legge che non toglie diritti a nessuno, che non va contro nessuno perche' aggiunge diritti. Il matrimonio civile e' un istituto giuridico non sostituibile, ne' vicariabile da altri. Solo con l'accesso anche delle coppie dello stesso sesso verrebbe rispettato e applicato il principio di eguaglianza e pari dignita' sociale di tutti i cittadini sancito dalla Costituzione".

Apc-Nozze gay, Radicali: da Firenze speranza riconoscimento diritti

Ad oggi 4 ordinanze remissione a Consulta per altrettante cause

Roma, 19 dic. (Apcom) - "Il diritto alla felicità": è questo il motivo che ha spinto Massimo Ridolfi e Emanuele Bambi il 17 settembre del 2008 a chiedere al Comune di Firenze le pubblicazioni per il loro matrimonio, incominciando un cammino per vedere riconosciuta la parificazione dei diritti tra le coppie dello stesso sesso. Da quel giorno un iter giudiziario seguito dagli avvocati della Rete Lenford ha portato ad ottenere una remissione alla Corte Costituzionale da parte della Corte d'Appello.

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamani a Firenze, l'associazione Radicale "Certi Diritti" e l'avvocatura per i diritti LGBT-Rete Lenford, hanno espresso la speranza che proprio dal capoluogo toscano possa partire il riconoscimento di questo diritto. Salgono così a quattro le ordinanze di remissione alla Corte Costituzionale: Firenze, Venezia, Trento e Ferrara. Sempre a Firenze altre due cause devono andare in Cassazione.

La Corte Costituzionale dovrebbe pronunciarsi nell'ottobre del prossimo anno, nel frattempo altre coppie stanno avviando l'iter giudiziario. Pronunciamenti di più tribunali, articoli e approfondimenti giuridici potrebbero creare quel clima utile, spiegano i Radicali, affinchè la pronuncia della Consulta risponda alla carta Costituzionale più che alle pressioni politiche cui inesorabilmente verra' sottoposta. I tre punti, e quindi i tre articoli della Costituzione, su cui la Corte d'Appello chiede un pronunciamento alla Consulta sono: il diritto a sposarsi è costituzionalmente riconosciuto indipendentemente dall'orientamento sessuale dei coniugi (art.2); negare l'accesso all'istituto matrimoniale a due persone dello stesso sesso potrebbe configurarsi come una discriminazione illegittima (art.3); il diritto privato (come il ricorso ad un atto notarile) non darebbe stessi diritti e doveri del matrimonio (art.29).

Decisione Consulta prevista per autunno 2010

Firenze, 19 dic. (Apcom) - Entro l'autunno del 2010, quindi, la Corte Costituzionale dovrebbe pronunciarsi sul caso di Massimo Ridolfi e Emanuele Bambi, coppia omosessuale che nel settembre del 2008 ha chiesto al Comune di Firenze le pubblicazioni per il matrimonio, vicenda poi approdata nelle aule del Tribunale: a spiegarlo Roberto Vergelli, uno degli avvocati che sta seguendo l'iter giudiziario della coppia, che oggi ha tenuto una conferenza stampa con Ridolfi, Bambi, ed i senatori radicali Marco Perduca e Donatella Poretti. E' il quarto caso simile in Italia ad ottenere una remissione alla Corte Costituzionale da parte della Corte d'Appello: in Italia altri tre casi hanno avuto lo stesso iter, a Venezia, Trento e Ferrara, mentre a Firenze altri due casi sono in attesa di giudizio da parte della Corte di Cassazione. "E' una strategia partecipativa - ha affermato Perduca - tanti possono dire 'lo hanno fatto loro, perché noi no?' Se ogni corte locale avesse un caso da giudicare, questo inciderebbe maggiormente sulla cecità della politica".

La battaglia di Ridolfi e Bambi, che convivono da nove anni, è portata avanti da Azione Gay e Lesbica, la Rete Lenford, e l'associazione radicale Certi Diritti con l'iniziativa denominata Affermazione civile. L'obiettivo minimo è ottenere almeno un monito da parte della Consulta, spiega Vergelli, nei confronti del legislatore affinché si occupi della questione. "Crediamo che una democrazia non sia tale - ha detto Ridolfi - se non si consente a tutti di accedere ai diritti, perché un Paese civile non cresce sulla felicità di pochi. Non sono diritti di minoranza, perché tutti noi siamo componenti di gruppi di minoranza; e sono fortunato solo se e quando la società non stigmatizza e censura quella minoranza a cui appartengo".

Gay.it lancia l'iniziativa "Mille Chiamparino"

Il sindaco Sergio Chiamaprino ha annunciato la volontà di unire in matrimonio Antonella e Debora, due cittadine della sua Torino. Noi vorremmo che altri mille sindaci di altre mille città seguissero l'esempio di quel gesto. Le nozze, puramente simboliche, serviranno a riportare l'attenzione di politica, media e pubblica opinione su un dibattito ormai spento da quando i progetti di legge sulle unioni civili naufragarono senza lasciare alcuna traccia se non in chi, deluso, vedeva nei DiCo e nei Cus finalmente una qualche speranza.
Da allora è sceso il silenzio sui diritti delle coppie di fatto gay e lesbiche. L'iniziativa "Mille Chiamparino" servirà proprio a questo: non a risolvere ma a ripartire. Per informazioni sull'iniziativa è possibile scrivere a millechiamparino@gay.it
[leggi tutto qui]
Ci sono delle inziative che sebbene non abbiano effetti vincolanti dal punto di vista legislativo sono importanti e utili da un punto di vista culturale e simbolico. Molte direttive europee e mozioni dell'Onu...
[leggi tutto qui] Vladimir Luxuria
Aderisco alla campagna "mille chiamparino" perchè l'inerzia dei poteri centrali a proposito del riconoscimento delle coppie di fatto etero e omosessuali di fronte alla legge può essere superata con una azione congiunta...[leggi tutto qui] Alessandro Cecchi Paone

Se tu e il tuo compagno o la tua compagna vorreste che il Sindaco del vostro Comune celebrasse simbolicamente le vostre nozze, magari proprio nel palazzo comunale, basta seguire tre semplici passi
1) Compila il form coi dati tuoi e del/la tuo/a compagno/a
2) Cerca l'indirizzo e-mail del tuo Sindaco tra i contatti sul sito del
tuo Comune (clicca qui per cercalo)
3) Incolla l'indirizzo del tuo Sindaco nel form e premi Invia.
Il tuo Sindaco riceverà automaticamente un'email [leggi tutto qui]

La redazione di Gay.it nei prossimi giorni potrà contattarti per concordare insieme a te se e in che modo rendere pubblica la tua richiesta.

Genitori omosessuali: intervista a Chiara Lalli, autrice di "Buoni genitori. Storie di mamme e di papà gay"


A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma
«È troppo semplicistico ritenere che un bambino, per crescere in modo equilibrato, abbia bisogno della presenza di un padre e di una madre di sesso diverso. Nessuna ricerca scientifica dimostra che essere figli di omosessuali è pericoloso per l'acquisizione della propria identità di genere. La verità è che la società ha bisogno di tempo per adattarsi ai cambiamenti: basti pensare a quello che è successo 30 anni fa ai figli dei separati, che si sentivano a disagio e cercavano di nascondere la loro realtà. Adesso, invece, essere figli di separati è quasi normale" (Umberto Veronesi, 2006)
Nel 2005 L’American Academy of Pediatrics incaricò una serie di associazioni scientifiche e sociali, professionali e governative, di avviare uno studio mirato a esaminare la salute psicologica di bambini cresciuti con genitori omosessuali. I ricercatori passarono in rassegna tutta la letteratura scientifica reperibile.
I risultati delle ricerche dimostrarono che bambini cresciuti da genitori dello stesso sesso si sviluppano come quelli allevati da genitori eterosessuali. Più di 25 anni di ricerche documentano che non c’è relazione tra l’orientamento sessuale dei genitori e qualsiasi tipo di misura dell’adattamento emotivo, psicosociale e comportamentale del bambino....

CHIAMPARINO “CELEBRA” LE NOZZE TRA DUE DONNE


Il sindaco di Torino ha accettato di aderire alla cerimonia simbolica
sabato 05 dicembre 2009 , di la Stampa di MARIA TERESA MARTINENGO

Antonella e Debora avranno il loro «sì». Sarà un «sì» - come si dice - senza valore legale. Ma per loro, e non solo per loro (la popolazione lesbica, gay, bisessuale e transessuale è stimata il 5-10% del totale), sarà prezioso comunque. Lo pronunceranno davanti al sindaco Sergio Chiamparino, che ha accettato di «celebrare» quello che lui definisce «un atto privato». Privato ma anche politico. «Posso fare un atto che richiami - spiega il sindaco - alla scelta che dovrebbe essere dei parlamentari: una proposta di legge che introduca uno strumento giuridico, che non è il matrimonio, che consenta alle persone dello stesso sesso di riconoscersi diritti e doveri per il presente e per il futuro. Uno strumento che si affianchi al matrimonio civile».

Sono una coppia solida Antonella D’Annibale, 45 anni, operatrice del Servizio contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale del Comune, e Debora Galbiati Ventrella, 44, educatrice professionale, famiglia siciliana valdese, un ex prete operaio come amato padre adottivo. Si amano da otto anni, per molto tempo hanno abitato «in pochi metri quadrati affacciati sul cortile della casa popolare dove ho sempre vissuto, condivisi con il Labrador di Debora: una situazione che ci ha messo alla prova», racconta Antonella. Ora hanno traslocato poco lontano, sempre in Barriera, in un luminoso e coloratissimo appartamento pieno di libri, di foto, collages, con una cucina superattrezzata. Si descrivono «figlie di una cultura che non includeva il matrimonio». Poi, però... «Abbiamo capito che chiedere di più di una semplice convivenza è una questione di diritti: chi vuole sposarsi deve poterlo fare». Nel tempo, quell’idea è maturata anche in loro. «Un giorno, mesi fa, ho guardato Debora negli occhi e le ho detto “Ti voglio sposare entro l’anno”», ricorda Antonella. Una necessità interiore, un gesto di puro amore. Ma l’amore visibile tra due donne o due uomini, che vorrebbe affermarsi con carte e registri, nel 2009 è anche, ancora, militanza. «La nostra generazione ha fatto della visibilità un valore politico. Niente di sfoggiato, non diciamo alla seconda parola di essere lesbiche. Ma - dice Debora - non nascondiamo i nostri sentimenti, la nostra vita insieme».

Con tutto questo nella mente e nel cuore, Antonella e Debora hanno aderito alla «Campagna di affermazione civile» promossa dall’associazione radicale Certi Diritti e dalla rete di avvocatura lgbt «Rete Lenford». «L’iniziativa è semplice - spiega Enzo Cucco, tra i fondatori di Certi Diritti -, si tratta di chiedere al proprio comune di contrarre matrimonio civile. In Italia l’hanno già fatto 20 coppie conviventi dello stesso sesso. Come Antonella e Debora, tutte hanno ottenuto un rifiuto. Ogni rifiuto viene impugnato presso il tribunale di competenza e contro ogni sentenza sfavorevole si fa ricorso al grado successivo. Non è provocazione, ma un atto di rivendicazione di un diritto che la stessa Corte Costituzionale definisce fondamentale. L’obiettivo è, appunto, far pronunciare la Corte Costituzionale». Il Tribunale di Torino ha respinto il ricorso di Debora e Antonella (e le ha condannate al pagamento delle spese processuali).

Poco dopo è partita una lettera a Chiamparino. «Vorremmo incontrarla e parlarle di un desiderio: vogliamo sposarci. E non possiamo farlo. Per questo ci sentiamo discriminate, nel nostro paese, nella nostra città. Sappiamo che gli indirizzi europei sono di eliminare ogni forma di discriminazione, ma del nostro matrimonio non si sta occupando nessuno. Siamo certe che lei vorrà ascoltarci... E vorrà essere d’esempio compiendo un’azione politica e culturale che ci avvii verso il Nuovo». Il 21 novembre il sindaco le ha ricevute, le ha ascoltate, ha spiegato loro che la legge non può essere violata. «Ci ha detto che potrebbe anche sposarci in presenza di testimoni ma che sarebbe privo di valore giuridico. E che potrebbe riproporre in giunta il registro delle unioni civili». Ieri Chiamparino ha ribadito: «Se vogliono venire nel mio ufficio, o trovarsi in un altro posto dove io le unisco in matrimonio, si può fare. Ma senza nessuno che dia un valore formale a questo atto». Ancora: «Credo sia giusto che persone dello stesso sesso che nutrono affetto, amore, tra loro, possano regolare i loro diritti». Il «sì» potrebbe essere pronunciato entro dicembre. Come Antonella e Debora vorrebbero.

Irina e Irina si sono sposate: "Inizia un lungo viaggio"

Sperano che il loro gesto dia una spinta determinante alla lotta per le nozze gay in Russia. Per questo le due donne hanno scelto di sposarsi a Toronto: "La nostra lotta sarà utile a tutte le coppie".
Ce l'hanno fatta. Dopo un lungo percorso legale che nel loro paese, la Russia, ha avuto esito negativo, Irina e Irina, come avevano annunciato, si sono sposate a Toronto, Canada, dove le nozze gay sono legali e riconosciute.
Come ricorderete, le due donne hanno più volte, invano, provato a sposarsi in Russia tentando, soprattutto, di portare la questione delle coppie gay all'ordine del giorno.Adesso sperano che le loro nozze rappresentino l'esempio di una scappatoia per tutte le coppie omosessuali russe cui è negato il diritto al matrimonio e che siano un escamotage per aggirare la legge che in realtà non specifica il sesso delle persone che possono contrarre matrimonio.
L'attivista per i diritti delle persone lgbt Nikolai Alekseev, che è anche il loro legale, ha dichiarato a GayRussia.ru: "Siamo ammirati dalla calda accoglienza che questo paese ci ha riservato e dalla favolosa città di Toronto. Anche se non si tratta del mio matrimonio, questo è un giorno che dimenticherò difficilmente. Siamo grati all'organizzazione lgbt canadese 'Eagle' per averci aiutati nell'organizzazione del matrimonio delle nostre Irina qui a Toronto. Molti in Russia, compresa la comunità lgbt - ha aggiunto - pensano che le nozze tra persone dello stesso sesso siano impossibili, ma la battaglia per l'uguaglianza del matrimonio è un investimento per un futuro democratico e libero per il nostro paese. Sappiamo che un giorno lo otterremo ed è questa la ragione per cui abbiamo iniziato. Saluto il coraggio di Irina e Irina che stanno dimostrando che l'amore non conosce barriere. Stanno dando a tutti un grande messaggio di speranza".
In una conferenza stampa tenutasi prima della cerimonia di nozze, la coppia ha dichiarato: "Questo è solo l'inizio di un lungo viaggio di riconoscimento dei diritti familiari per le coppie omosessuali in Russia. Abbiamo ricevuto moltissime email e messaggi di congratulazioni da parte di gay e lesbiche russe che vogliono che la loro unione venga riconosciuta, ma la maggior parte di loro non sono in grado di lottare per i propri diritti. Siamo fiduciose nel fatto che la nostra lotta tornerà presto anche a loro vantaggio".La coppia di sposine dovrebbe rientrare in Russia questa settimana e le due donne hanno dichiarato di voler portare il loro caso davanti alla Corte Europea per i Diritti Umani.

Francia: diritto d'adozione concesso ad una donna lesbica

Emmanuelle B., che convive con la sua compagna da 20 anni, ha ottenuto l'autorizzazione ad adottare un bambino. Per la comunità lgbt è un buon precedente per il diritto d'adozione delle coppie gay.
E' di oggi la notizia che il tribunale amministrativo di Besançon ha annullato la decisione del Consiglio generale della regione di Jura che ha respinto la richiesta di adozione avanzata da un'insegnante lesbica di 48 anni. Sono più di dieci anni che Emmanuelle B., che vive insieme alla sua compagna Laurence da vent'anni, si batte per ottenere il diritto ad adottare un bambino. Una domanda rigettata a più riprese dal Consiglio Generale di Jura. Per questa vicenda, la Francia era stata condannata per "discriminazione sessuale" con una sentenza emessa nel gennaio 2008 dalla Corte Europea per i Diritti Umani. Dopo l'ennesimo rifiuto, Caroline Mécary, avvocato di Emmanuelle B. aveva denunciato l'omofobia di Jean Raquin, presidente del Consiglio Generale di Jura. Era il 4 febbraio scorso.
Oggi il tribunale di Besançon ha stabilito che i motivi addotti dal Consiglio non giustificavano "legalmente la decisione di rifiutare la richiesta di autorizzazione all'adozione". Adesso, l'autorizzazione dovrà essere rilasciata entro 15 giorni, con un'ammenda prevista di 100 euro al giorno per ogni giorno di ritardo.Naturalmente, l'autorizzazione ad adottare un bambino è stato concessa a Emmanuelle B. mentre la sua compagna Laurence non avrà alcun diritto legale sul bambino o sulla bambina ed è su questo che la comunità lgbt francese punta per ottenere la legalizzazione delle adozioni per le coppie formate da persone dello stesso sesso. Certo è che per tutti, in Francia, l'autorizzazione ad adottare concessa a Emmanuelle B., che i giudici sanno benissimo essere lesbica con un rapporto stabile con un'altra donna, è un segnale forte e un precedente importante.

Omosessualità e genitorialità 24 NOVEMBRE 2009

MARTEDI’ 24 NOVEMBRE 2009


Genitori come gli altri
tema della serata è stato: Omosessualità e genitorialità
Serate di dibattito e confronto LGBT sulle tematiche, i problemi, i sogni dei genitori omosessuali ...ed il mondo in cui viviamo.
Il prossimo Martedì sarà il 07 Dicembre con argomento la bisessualità. In sede Arcilesbica/Arcigay Verona
Dalle ore 21 in via Gela, 9 (Borgo Nuovo) Verona
Se oggi capita sempre più spesso che i bambini abbiano diverse figure di madri e padri, o che i genitori non vivano assieme, o che i figli di differenti matrimoni convivano, non vuol forse dire che la famiglia tradizionalmente intesa, con padre, madre e figli naturali, non è più la sola possibile. Esistono famiglie diverse. Se il concetto di genitorialità è mutato, e si è affermata la multigenitorialità in quel prodotto culturale e sociale che è la famiglia, ci siamo chiesti perchè gli omosessuali non possono essere considerati “genitori come gli altri”
Ci siamo confrontati in un FORUM . La nostra proposta di incontro, confronto, dibattito aperto a tutte/i soci e simpatizzanti sulle questioni, le tematiche, i problemi, i sogni, le rivendicazioni, sul mondo LGBT in generale e non solo.
Per evitare i dialoghi botta/risposta abbiamo usato un pupazzo che ci siamo passati l'un con l'altro/a anche per non sovrapporre la voce . E' stata una serate diversa dove ognuno ha potuto esprimere la sua opinione. Durante le serate di FORUM, è stato messo a disposizione materiali informativi sull’argomento trattato.
Due Martedì al mese nella nostra sede di via Gela, 9 in Borgo Nuovo a Verona.
Dalle ore 21 I dibattiti e gli argomenti di FORUM trattati in sede, potranno poi essere ripresi e sviluppati sui nostri FORUM
sul web i 2 forum : http://juliette.forumattivo.com
www.arcigayverona.org/forum
Per informazioni: 349.3134852 - 346.9790553
http://www.arcilesbicaverona.blogspot.com/
Dal libro “Genitori come altri” omosessualità e genitorialità di Anne Cadoret sono stati presi molti spunti ma anche da riviste, articoli sul giornale e riviste.
Un grazie ancora per questa "prima" riuscitissima

“MAMMA SONO GAY” Incontro dibattito sul tema del coming out in famiglia


Incontro: Lunedi 16 novembre 2009 - ore 21.00
Conducono Ermanno e Tina

Ospite dell’incontro è Tina, mamma di un ragazzo transessuale che ci parla della sua esperienza nel rapporto col figlio nel percorso da lui compiuto per portare avanti la “transizione”, ovvero il percorso di “cambio di sesso” da ragazza a ragazzo nelle sue varie fasi.
L’obbiettivo della serata è portare i partecipanti a confrontarsi sugli aspetti del coming out in famiglia, ovvero sugli aspetti legati allo svelamento (o al non svelamento) della propria omosessualità o del transessualismo con tutte le implicazioni che questo comporta.
Il coming out in famiglia è una questione delicata che spesso rappresenta una svolta epocale per una persona omosessuale o transessuale.
Per questa ragione è un evento che muove emozioni molto intense sia in famiglia, che nel figlio o figlia omosessuale che si svela e, proprio per questo, è un evento talvolta desiderato, altre volte temuto, evitato, rinviato ad un “momento migliore” e, qualche volta, subito quando avviene contro la propria volontà, ma per motivi accidentali o per lo svelamento da parte di terzi.
Spesso il coming out non avviene mai poiché il figlio o la figlia fa la scelta di non dirlo in famiglia e sceglie quindi di mantenere la propria omosessualità come fatto privato.
L’incontro viene introdotto da un breve “momento teatrale” a cui segue un’intervista a Tina condotta da Ermanno.
Nel corso della serata viene dato spazio alle domande da parte dei partecipanti e quindi allo scambio tra diverse esperienze, vissuti e riflessioni.

L’incontro si tiene a Rebis, Stradone Santa Lucia 17-C (a 300 metri dal cavalcavia di viale Piave in direzione Mantova) a Verona.

La serata è aperta a tutti per cui non è necessaria la prenotazione.

2 volte genitori: documentario glbt

Prossimamente il gruppo genitori glbt come sua prima attività vuole proiettare il film :
"2 volte genitori" di Claudio Cipelletti, prodotto da Agedo, fa luce sui problemi affrontati dai genitori di figli omosessuali e sull'associazione che raccoglie padri e madri orgogliosi dei loro figli a prescindere dall'orientamento sessuale.

Passa parola...
2 VOLTE GENITORI: "Mio figlio è come io lo penso?". Prima o poi ogni genitore, a causa di piccoli o grandi motivi, si è trovato di fronte a questo interrogativo. Questo documentario entra direttamente nel cuore delle famiglie nel momento critico della rivelazione dell'omosessualità di un figlio o una figlia. Attraverso un delicato lavoro di ascolto, il film indaga questo percorso tra le aspettative disilluse dai figli e l'accettazione, al di là dell'omosessualità in quanto tale, della propria rinascita come genitori. Il documentario nasce dalla forte motivazione dell'Agedo (Associazione genitori di omosessuali, che ha prodotto il film col finanziamento della Commissione Europea) a dar voce alle famiglie con figli gay, un'operazione mai tentata prima in Italia.
Il gruppo glbt di Verona propone con orgoglio un documentario che mettono in luce diversi aspetti della vita degli omosessuali di oggi, della storia gay e del divertimento. “2 volte genitori” di Claudio Cipelletti mostra cosa vuol dire essere padri e madri di persone omosessuali (in collaborazione con l’Agedo);

Matrimonio gay, come procede? Chiediamo aiuto all'Europa

da Francesco Zanardi prmanuel@gayitaliani.eu
Novembre 2009
Un nuovo gruppo che ho deciso di aprire su Facebook , il precedente verrà mantenuto ma aveva un indirizzo molto personale, questa è una lotta comune dalla quale io e Manuel vogliamo ottenere il massimo, il matrimonio, ma non riguarda solo noi, il riconoscimento dei cittadini omosessuali in Italia porterà tutti noi ad avere più tutela dei nostri diritti, quelli che ci illudiamo di avere fino a che non li andiamo ad interrogare e ci rendiamo conto che non ne abbiamo, per lo meno non rispecchiano la nostra condizione.
La classe politica ora , come prima al governo da una vita non ci considera, evita il problema, amici dico da una vita perche io ho 40 anni e ho il diritto di potere decidere i miei obbiettivi nella vita.
In un paese democratico in fondo non dovrebbe essere il caso di chiedere certe cose, evidentemente non è cosi, proviamo anche la strada del parlamento europeo, so che non può intervenire direttamente, ma può sollevare UN CASO UMANO come è la nostra condizione e stimolare qualche intervento.
Vi sarei grato se divulgaste il più possibile l’indirizzo del nuovo gruppo o la mia mail.
Cordialmente Zanardi Francesco.

Iscrivetevi anche voi al gruppo Europa Help






Descrizione del gruppo:
Ho creato questo gruppo perchè ritengo che la condizione degli omosessuali in un paese "civile" come il nostro sia veramente da terzo mondo. Facciamo parte della Comunità Europea chiediamo aiuto a loro, il nostro paese non ci considera.Un inno alla libertà sessuale, per un paese più civile.http://www.youtube.com/watch?v=Pvfexvihri8






Così ci scrisse Francesco di Savona ad Ottobre prima che il sindaco di Savona gli mandasse una raccomandata dicendo che le leggi italiane non gli permettessero di sposarli:



Ciao a tutti, amici e sostenitori di "Gay Italiani" siamo arrivati al momento cruciale, questo sabato io e Manuel potremmo sposarci e capite bene che questa sarà una settimana cruciale perche noi che non vogliamo un matrimonio simbolico (senza valore) ma un vero e proprio MATRIMONIO CIVILE perche vogliamo tutelarci a vicenda e non convivere, quello lo stiamo già facendo.
Domani o dopo verrà consegnato tramite l’associazione Certi Diritti il memoriale richiesto dal sindaco di Savona il quale verrà successivamente visto dai legali del comune, il sindaco potrebbe come promesso decidere di sposarci.
Sono state intraprese altre iniziative tra le quali la raccolta di firme, chi volesse firmarla può farlo a questo link http://www.petizionionline.it/petizione/francesco-manuel-forse-il-primo-matrimonio-gay-in-italia/120 , io e Manuel abbiamo scritto una “Lettera aperta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano” che verrà inviata domani e diffusa ai media tra qualche giorno.
Stiamo organizzando anche (nel caso non avvenisse il matrimonio) una protesta simbolica, del tipo di appendere alla finestra di casa un panno blu, ora non ho ancora notizie in merito a questo, in simbolo non di protesta ma per fare capire che noi ci siamo, siamo in tanti ma senza alcun diritto.
Cordialmente Francesco & Manuel Zanardi

Happy Gay Day


17/09/2009 - Arcigay L'Aquila

ARCIGAY CONSOLI

ARCILESBICA AMAZZONI

In collaborazione con FONDAZIONE LUCIANO MASSIMO CONSOLI

Ospiti di STABILIMENTO MARCO POLO di Pineto

CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI PINETO (TERAMO)

presentano

HAPPY GAY DAY

RISPETTO DELLE DIFFERENZE… RISPETTO DELLA VITA!

Pineto (TE), 26 settembre 2009, Lido Marco Polo
Sabato 26 settembre 2009, presso il Lido Marco Polo di Pineto, in provincia di Teramo, Via Lungomare N° 2 – Zona Garden – 64025 Pineto (TE) – Tel. 085.9490846, a solo 10 km da Pescara, si terrà una intera giornata dedicata alla comunità LGBT.
La manifestazione sarà improntata sulla celebrazione simbolica di matrimoni LGBT con il Rito Laico Consoli – rituale congeniato dal celebre scrittore e storico gay: Massimo Consoli, scomparso circa due anni fa, con il quale anche in passato, sono state celebrate varie unioni di questo tipo sia pubbliche che private.
Le attrazioni principali della giornata sono incentrate sulla presenza in qualità di Testimonial dell’evento, della popolare cantautrice Valeria Vaglio, la quale interverrà nell’ambito della giornata su tutte le tematiche, del fondatore e attuale Presidente Onorario di Arcigay: Franco Grillini, il quale presenterà il suo libro “Ecce Omo “ e dalla partecipazione all’evento di: Presidente nazionale di Arcigay Aurelio Mancuso, alcune esponenti della Segreteria di Arcilesbica Nazionale fra cui la Presidente Francesca Polo, il Referente dell’Associazione Certi Diritti Abruzzo Luigi Caribé e il Presidente dell’Associazione Gay Lib Enrico Oliari con altri rappresentanti della segreteria nazionale e rappresentanti degli enti locali.
L’evento avrà inizio alle ore 15.30, presso lo stabilimento Marco Polo in località Pineto. La manifestazione avrà inizio con la presentazione del libro “Ecce Omo” di Franco Grillini, seguirà dibattito fra i rappresentanti LGBT e il pubblico sui temi trattati nel libro e sui diritti civili in particolare sugli atti omofobi subiti nell’ultimo periodo subiti dalla nostra comunità.
Alle ore 17.30 si procederà con la celebrazione dei matrimoni laici sempre presso il lido Marco Polo, in cui saranno distribuiti i famosi Confetti Gay Bride, forniti dall’imprenditore Gay Friendlly di Sulmona: Mario Pelino. A seguire aperitivo after houre, Spettacolo Drag Queen con Elizabeth & Lady Krizia.

Infine: performance improvvisate, musica e intrattenimento.
INFO Tel. 347.3017980

L'amore e basta di Emy e Lorenza

04/09/2009 - Redazione arcigay
Pubblichiamo un'intervista a Emy Zigatti e Lorenza Tizzi, attiviste lesbiche di Arcigay e una delle 9 coppie protagoniste del film di Stefano Consiglio "L'Amore e Basta", in uscita il 4 settembre 2009 al Festival del Cinema di Venezia e nelle sale.
1) Parlateci un po’ di voi, delle vostre passioni, di quello che vi lega e della storia della vostra coppia.
Abbiamo entrambe 37 anni e viviamo insieme in provincia di Mantova, con i nostri gatti Papito e Alaska. Ci siamo conosciute e subito amate 8 anni fa. Il 28 giugno 2007, nell’anniversario delle rivolte di Stonewall, ci siamo iscritte nel Registro delle Unioni Civili del nostro paese: Viadana.
Ci piace andare ai Pride tanto quanto viaggiare; alle partite di rugby come ai concerti. Conosciamo e frequentiamo molte persone straordinarie, etero e non. Siamo molto intolleranti con i prepotenti.
Ci sentiamo due ragazze fortunate, anche perché le nostre famiglie ci amano e rispettano a vicenda, e ricordiamo con più facilità momenti felici piuttosto che tristi.
2) Qual è la vostra esperienza di attiviste in Arcigay?
Siamo entrate in Associazione nel 2002… Fu strano la prima volta a Bologna: allora eravamo le uniche due donne. Ma fummo accolte con un calore ed un affetto che non scorderemo mai.
Da allora e per molti anni il nostro impegno per la “causa” è stato quasi totalizzante. Oggi siamo un po’ meno presenti nella vita del Comitato (di Cremona) e dell’Associazione a causa di un naturale calo fisiologico dovuto all’età e al fatto che abbiamo deciso di dedicare più tempo alla nostra vita privata e alla realizzazione di alcuni nostri progetti, ma l’attivismo in Arcigay per noi ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi il non arrendersi, il non lasciarsi scivolare addosso le situazioni, ma piuttosto lottare con tutte le proprie forze affinché le cose cambino… e se proprio non dovessero cambiare non provare l’oppressione del rimpianto di non aver fatto nulla.
3) Cosa vi ha spinto a raccontarvi intimamente al pubblico che vedrà il film “L’Amore e basta”?Innanzitutto ci è piaciuta l’idea di immortalare la nostra storia d’amore e di poterla veder rappresentata in un prodotto di qualità.
In seconda istanza l’essere consce del fatto che tante persone omosessuali non se la sentono di metterci la faccia. Noi crediamo di aver costruito intorno a noi le condizioni per poterlo fare e ci è sembrato giusto e doveroso nei confronti della Comunità non sprecare questa grande opportunità.
4) Come è avvenuto l’incontro con Stefano Consiglio e come sono state girate le vostre scene?Sergio Lo Giudice tempo addietro aveva mandato un messaggio in mailing list informando del progetto di Stefano. Non neghiamo che il fatto che fosse proprio Sergio a promuovere la cosa ci ha dato la fiducia necessaria a rivolgerci a Stefano con una semplice mail… a cui sono seguiti contatti ed un paio di incontri.
Le scene sono state girate nel Luglio del 2008 nel giardino di casa nostra. Quasi due giorni memorabili, eccitanti e divertenti insieme alla fantastica troup di Stefano che ci ha consentito di sentirci abbastanza a nostro agio davanti alle telecamere mentre Stefano ci “interrogava” per alcune ore.
5) La critica parla della “naturalezza sconvolgente” con cui vengono dipinte le relazioni di coppie omosessuali. Vi ritrovate in questa definizione?
Decisamente si: quando abbiamo fatto le riprese per il film non sapevamo neanche quali domande ci avrebbero fatto. E’ stato tutto molto spontaneo, sebbene fossimo molto emozionate.
Inoltre avevamo delle perplessità rispetto alla partecipazione perché ci sentivamo inadeguate: pensavamo che il nostro amore potesse essere speciale solo per noi, ma che agli occhi degli altri sarebbe risultato convenzionale; dopo l’incontro in cui abbiamo conosciuto il regista ci siamo convinte delle sue intenzioni e che era esattamente quello che cercava.
6) Come descrivereste il vostro “amore e basta”?
Proprio così… è amore e basta… niente di più e niente di meno. Una storia d’amore, una relazione, un progetto, una casa, dei gatti e forse un giorno dei figli… quasi banale… appunto… AMORE E BASTA!
7) Per la politica italiana siete due estranee. Avete ancora la forza di fare un’appello per chiedere diritti oppure avete un’idea nuova per cambiare questo paese così incivile?
Abbiamo fortemente la percezione di vivere in un Paese incivile – non solo per quanto riguarda i mancati diritti lgbt e per l’omo-transfobia diffusa – ed infatti spesso ci rifugiamo nel sogno di fuggire in un Paese degno della maiuscola come la Spagna. E’ una prospettiva allettante da molti punti di vista, ma ci allontanerebbe dalle nostre famiglie e dai nostri affetti, dalle nostre sicurezze e dalla nostra dimensione, quindi sarebbe comunque una privazione della nostra legittima aspirazione al benessere.
Anche se a volte ci prendono rabbia e sconforto, non lasceremo che qualcuno si appropri di ciò che ci spetta: la libertà.
8) Cosa direste ad una coppia lesbica che non ha il coraggio di rendersi visibile?
Che essere visibili aiuta a vivere più serenamente con se stesse e a vivere a 360° il rapporto di coppia, senza essere costrette in diverse situazioni a tacere la gioia del proprio amore o a negarsi occasioni felici per stare insieme.
Il coming out è come uno sport: è esercizio da praticare quotidianamente, che all’inizio richiede un certo sforzo, ma che con l’allenamento affrontiamo con meno fatica e grandi risultati.
Ed è il mezzo più dirompente contro l’omofobia.
9) Il 4 settembre il film debutterà alla Mostra del Cinema di Venezia e nei cinema italiani: è una gran bella occasione per la comunità omosessuale?
Ce lo auguriamo! Ci sono molti ottimi film che raccontano le gioie e le difficoltà dell’amore di coppie omosessuali, ma raramente varcano la soglia della comunità lgbt e quindi poco aiutano a scalfire la coperta di pregiudizi che vorrebbe soffocarci.Inoltre questo non è un film drammatico o romanzato, ma semplicemente una serie di fotografie reali di nove tra milioni di amori al mondo.
10) Avete già visto il film in anteprima? Fate un appello per andare a vederlo.
Vedremo il film per la prima volta alla Mostra del Cinema di Venezia, venerdì 4 settembre. Siamo molto eccitate per l’evento e siamo felici di poter condividere questo momento con il regista Stefano Consiglio, che ci ha convinte a partecipare con la sua grande passione e convinzione in questo film.
Pensiamo che sia un film molto coinvolgente perché chiunque potrà immedesimarsi in almeno una delle nove storie brevemente raccontate con la straordinaria semplicità dell’amore.

C'è un matrimonio gay legale in Italia

10 agosto alle ore 15.09
Un errore burocratico ha permesso ai nostri amici di coronare il loro sogno.
Auguriamo loro una vita coniugale lunga, serena e ...felice! cogi

A settembre 2008 si sono sposati a San Francisco e hanno chiesto
alle autorità italiane di riconoscere la loro unione. A sorpresa è arrivato un sì
"Ecco come sono riuscito a registrarlo"
I funzionari hanno scambiato quello che è un nome maschile per femminile
"Non sono più celibe, peccato solo che mio marito figuri come moglie"
di STEFANIA PARMEGGIANI

L'atto di matrimonio
ROMA - In Italia esiste almeno una coppia omosessuale legalmente sposata. Non per una scelta illuminata della politica, ma grazie alla burocrazia. Che si è ingarbugliata e, scambiando un nome maschile per femminile, ha finito per inserire nei registri dello stato civile le nozze celebrate a San Francisco tra due uomini.
In attesa del verdetto della Corte costituzionale - chiamata in causa dal Tribunale di Venezia e da quello di Trento che hanno considerato fondate le ragioni delle coppie omosessuali che chiedono di accedere all'istituto del matrimonio - dai faldoni dello stato civile italiano esce una storia surreale, fatta di equivoci e vita vissuta. Una storia che permette ai suoi protagonisti di dirsi sposati di fronte alla legge in un Paese in cui non sono riconosciute come tali neanche le coppie di fatto.
Protagonisti un bancario italiano di 36 anni e il suo compagno, consulente aziendale francese di un anno più giovane. Si conoscono a Francoforte dieci anni fa e subito decidono di convivere. Sono una coppia solida, affiatata, vera. Ma sulla carta non esistono. Si trasferiscono a Parigi, acquistano casa, la ristrutturano, fanno progetti per il futuro. Ricacciano in un angolo, come un pensiero fastidioso, l'idea che la loro unione per l'amministrazione pubblica non valga nulla. Poi il viaggio che cambia la vita, una vacanza a lungo progettata nel West America. E una coincidenza: il loro volo decolla a settembre, nei giorni in cui la California accetta di sposare coppie dello stesso sesso e non residenti. Il referendum che abrogherà questa possibilità non si è ancora svolto, a San Francisco gli omosessuali esibiscono i documenti e si giurano fedeltà nella gioia e nel dolore. Alla fine saranno circa 18mila le unioni celebrate in quella breve stagione di libertà, tra maggio e ottobre 2008.
"Tra queste anche la nostra - spiega il 36enne -. Il mio compagno inizialmente era titubante, saremmo stati soli, senza famiglia e amici. Io invece lo desideravo perché volevo sentirmi finalmente una persona 'normale', non più di serie B. Pensavo inoltre che la domanda di trascrizione in Italia mi sarebbe stata rifiutata: volevo ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo, combattere una battaglia di civiltà".
Scelgono una cerimonia privata, senza testimoni, un treppiedi con la telecamera a riprenderli e l'emozione di sentire che l'amore non ha barriere: "Prima e dopo di noi c'erano coppie eterosessuali, nessuna discriminazione". Qualche mese più tardi inviteranno amici e famigliari in Francia per una festa in cui proietteranno il video della cerimonia. "Abbiamo chiesto al giudice di pace di poterci sposare sotto la cupola del municipio e quando gli abbiamo spiegato che non ci saremmo scambiati le fedi, perché le avevamo già da anni, ha replicato che non era importante perché quello che contava era il cerchio che formavamo e che da adesso in poi ci avrebbe unito".
Riconosciuta l'unione in America e assicurati i diritti in Francia - "Qualche mese dopo ci siamo pacsati" - restava un'unica cosa: cambiare lo stato civile in Italia, da celibe a sposato. "Ho seguito la trafila burocratica, rimandando il certificato di matrimonio a Sacramento affinché le autorità notarili californiane lo apostillassero (convalidassero). Dopo averli fatti tradurre da un traduttore giurato, ho raccolto i documenti e li ho spediti al consolato italiano in California. In America sugli atti di matrimonio non vi sono indicazioni sul sesso dei contraenti, ma solo i nominativi. Il mio compagno ha un nome che termina con la 'e', scambiato spesso per femminile. Non hanno fatto domande, hanno messo tutti i timbri che servivano e hanno inviato l'incartamento al ministero degli Esteri a Roma, che a sua volta ha convalidato e trasmesso tutto in Italia al Comune dove risulto come residente all'estero". L'atto di matrimonio viene trascritto e il trentaseienne non è più celibe: "Sono sposato, sposato a tutti gli effetti... Peccato solo che mio marito figuri come moglie".
La vecchia idea di trasformare se stesso in un simbolo per il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali è ancora presente: "Ho deciso di rinviare perché ci vuole energia per spendersi in prima persona, ma prima o poi lo farò: è assurdo che in Europa basti passare il confine per trovarsi da sposati a celibi". A meno che, una volta tanto, non sia la burocrazia a venire in aiuto.

Andiamo a Vivere in Albania

La comunità omosessuale italiana andrà a vivere tra qualche mese in Albania. Un altro Paese europeo sta dimostrando all’Italia cosa significa crescere in termini di diritti civili e sociali.

Intervenendo in parlamento, infatti il primo ministro Sali Berisha ha definito "inaccettabile" la discriminazione dei gay, spiegando che con l'adozione di una legge in materia l'Albania si avvicinerebbe all'Europa. Il governo albanese inoltre, secondo quanto riferito dal gabinetto di Berisha, sta pensando alla legalizzazione dei matrimoni tra omosessuali.

Solo in Italia la politica, sia di destra che di sinistra, non è capace neppure di discutere dei diritti delle persone omosessuali ed ormai siamo l’ultimo paese europeo in cui le famiglie omosessuali non hanno alcun riconoscimento.

Vorrà dire che nei prossimi mesi, in segno di questa tangibile svolta culturale e sociale, organizzeremo dei barconi per attraversare l’Adriatico e andare a costruire le nostre relazioni nel paese balcanico.

Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay

http://www.arcigay.it/andiamo-vivere-albania

I figli degli omosessuali non diventano per forza omosessuali

Un video contro il pregiudizio prodotto dall'ILGA - Internationale Gay and Lesbian association. I figli degli omosessuali non diventano per forza omosessuali.La scena ripropone al contrario quello che succede in una comune famiglia, quando una figlia lesbica o un figlio gay si dichiara.

GERMANIA. "I FIGLI DEI GAY SONO FELICI"

La ministra socialdemocratica apre il dibattito sulle adozioni omosessuali. La Baviera frena: “Ci vogliono papà e mamma"

BERLINO - Un bambino che cresce in una coppia omosessuale può avere difficoltà nello sviluppo della propria personalità in quanto risente della mancanza di una classica figura di riferimento come il padre o la madre, recita una convinzione piuttosto diffusa. Che succede però se uno studio scientifico dimostra esattamente il contrario? E cioè che lo sviluppo di un ragazzino con due padri o due madri non si differenzia in modo sostanziale dallo sviluppo di un coetaneo cresciuto in una famiglia eterosessuale?
Se lo sta domandando in questi giorni la Germania, confrontata con i risultati di uno studio dell’Istituto di ricerca sulla famiglia dell’università di Bamberga commissionato dal ministero della Giustizia tedesco ed appena presentato. La conclusione centrale dell’indagine: «I bambini in una famiglia omosessuale hanno uno sviluppo altrettanto positivo di quelli che crescono all’interno di altre forme familiari». Detto altrimenti: «Per lo sviluppo dei bambini non è decisiva la struttura della famiglia, bensì la qualità dei rapporti all’interno della famiglia».
Parole che rompono con pregiudizi radicati e che hanno innescato un acceso dibattito politico. Perché da quelle parole il ministro federale della Giustizia, la socialdemocratica Brigitte Zypries, ha tratto una richiesta precisa: occorre introdurre un diritto d’adozione pieno per le coppie omosessuali. Finora, infatti, una legge approvata nel 2001 assegna alle coppie legate in un’unione civile un diritto d’adozione soltanto parziale: una lesbica può per esempio adottare il bambino che la propria partner ha avuto da una precedente relazione con un uomo.
In ogni caso la legge vieta l’adozione congiunta di un bambino da parte di entrambi i conviventi omosessuali. Un divieto che ora Zypries intende abolire. «Le coppie omosessuali non sono dei genitori peggiori» di altri, visto che «l’importante è il buon rapporto tra figlio e genitori, non l’orientamento sessuale di questi ultimi». Lo studio sembra confermare questa convinzione: il team della dottoressa Marina Rupp ha scoperto che lo sviluppo della personalità e l’andamento scolastico e lavorativo dei ragazzi cresciuti all’interno delle cosiddette «famiglie arcobaleno» (dalla bandiera multicolore simbolo del movimento omosessuale) risultano positivi.
I bambini non mostrano una tendenza all’aggressività o alla depressione maggiore rispetto alla media e nella maggioranza dei casi (il 63%) non hanno sperimentato forme di discriminazione. Insomma «non c’è alcun motivo per non consentire l’adozione congiunta» da parte delle coppie omosessuali e la Germania dovrebbe applicare un accordo europeo in materia, conclude lo studio. A rafforzare la tesi c’è l’ampiezza della ricerca: sui circa 2200 bambini che in Germania crescono all’interno di una «convivenza registrata» il team della Rupp ne ha intervistati 95 direttamente e 693 indirettamente (cioè parlando coi rispettivi «genitori»).
Certo, con la legislatura ormai agli sgoccioli (il 27 settembre si vota), la proposta della Zypries di rafforzare i diritti delle coppie omosessuali non ha di fatto alcuna chance di passare. Eppure la sua iniziativa ha fatto rumore, provocando l’immediato no della Cdu, il partito cristiano-democratico del cancelliere Angela Merkel, alleato dei socialdemocratici nella Grande Coalizione. «Restiamo convinti del fatto che i bambini crescano al meglio là dove c’è una relazione tra un uomo e una donna», ha tagliato corto il vicecapogruppo parlamentare della Cdu Wolfgang Bosbach. «Non c’è alcun motivo per equiparare le unioni tra lo stesso sesso al matrimonio tradizionale», ha rincarato.

Da GayNews

AGEDO risponde a POVIA

Gentile Signor Giuseppe,

durante il periodo del festival, noi come Agedo e anche io come Rita, abbiamo cercato molte volte di raggiungerla attraverso la sala stampa, attraverso la Digos di Imperia senza successo, che mi è sembrato innaturale trovare la sua lettera nella mia posta.
Le nostre rivendicazioni erano indirizzate al testo della sua canzone per i motivi che ora cercherò di spiegarle:
Luca era gay…: probabilmente se questo signor Luca veramente esiste, e non ho motivo per dubitarne, probabilmente, dicevo, non era gay ma forse bisex, oppure confuso.
Non si sceglie di essere gay o etero poiché la sessualità nella sua essenza è una condizione per cui si nasce femmina o maschio con orientamento etero, gay o bisex o trans. Se il personaggio della sua canzone ha avuto esperienze con uomini può darsi che in un periodo della sua vita sia stato confuso sul suo orientamento, sperando che non sia invece uno di quei tantissimi gay che per motivi socio-familiari si sposano e poi o svolgono la loro naturale attività sessuale di nascosto, mi creda frequentando il mondo gay ne conosco moltissimi, oppure dopo anni di matrimonio Luca si accorge del suo errore (è difficile vivere una condizione che non è propria) e diventa uno dei tanti gay sposati con figli.
Inoltre essere gay non è solo un fatto sessuale; una persona si definisce omosessuale quando affettivamente e non solo sessualmente viene attratta da un’altra persona dello stesso sesso.
E’ questo il presupposto che ci fanno credere che una persona sia gay e non sia solo un avventuriero in cerca di esperienze in una vita sessuale in declino o poco soddisfacente.
E sono ai genitori di queste persone innamorate che L’Agedo si rivolge; a quei genitori che per amore dei figli e per amore della democrazia e della libertà riescono ad accettare la vera natura dei propri ragazzi; genitori che trovano nella loro famiglia posto per compagni e compagne dello stesso sesso considerandoli, apprezzandoli e amandoli alla stregua dei compagni o degli sposi e spose dei figli eterosessuali.
Genitori spesso normali con nozze d’argento e d’oro alle spalle (fra una settimana al pride festeggeremo i 35 anni di matrimonio di due coppie di genitori con figli gay.)
Per cui come vede il suo Luca oltre a non essere gay era anche sfortunato ad avere una famiglia fragile.
Ed è proprio contro questo teorema che noi genitori Agedo abbiamo protestato con forza; non c’è nessun legame tra le mamme possessive e i figli omosessuali, credo che se così fosse ci sarebbero molti più omosessuali, la stessa cosa vale per i padri assenti o alcolizzati e per genitori separati. Era questa l’offesa che abbiamo rintracciato nella sua canzone che in pochi versi ha tentato di distruggere presso l’opinione pubblica il lavoro che da anni facciamo, quello di non far sentire in colpa i genitori preoccupati dal fatto che hanno saputo di avere un figlio omosessuale.
Di sicuro non invogliamo giovani a diventare gay e non costringiamo nessuno a spingere i figli su una strada diversa da quella sessualità e ribadisco affettività che la natura ha voluto consegnargli.
La nostra associazione non procede per dictat ma per esperienze ed è la nostra esperienza che mettiamo a disposizione degli altri con molta difficoltà, combattuti ferocemente, come siamo dai palazzi di potere vaticani e da un governo che nega ai nostri figli i più elementari diritti.
La formula in effetti “sono solo canzonette”…non ci trova d’accordo; la musica è un grande veicolo di idee e come diceva Scialpi “non c’è libertà che non abbia musica”,e aggiungerei non c’è storia che non abbia le sue canzoni.
Le canzoni portano all’interno scelte politiche che restano nella memoria di generazioni per anni.
E’ anche per questo che abbiamo contestato il verdetto di Mogol per una canzone fragile e portatrice di un messaggio impreciso e dannoso e soprattutto che poco ha a che fare con la poesia.
Comunque queste sono le mie idee condivise dall’associazione di cui sono presidente; avremmo voluto dirgliele di persona, ce lo hanno impedito e quindi la ringrazio per la sua lettera che ci ha permesso di farlo.
Seguendo i nostri figli nel loro percorso affettivo e sessuale .abbiamo maturato le convinzioni
che le abbiamo riferito non come sessuologi, psicologi, tuttologi o altro perché in definitiva noi siamo e restiamo anche in questa battaglia contro l’omofobia e ignoranza solo dei genitori .
La saluto e le faccio gli auguri per la sua carriera che spero sia sempre libera da ogni “servo encomio”

Rita de Santis presidente nazionale Agedo

PS Dimenticavo: perché meglio sereni che felici? La felicità è un sacrosanto diritto per tutti; un passo per raggiungerla è la coerenza con se stessi
.

LETTERA DI POVIA ALLA PRESIDENTE DI AGEDO RITA DE SANTIS

La storia di "Luca" (nome inventato, il vero nome è un altro ma ho scelto Luca per ovvi motivi di assonanza musicale)
è una storia possibile e lei lo sa benissimo. Sa anche bene che nessuno nasce omosessuale fino a prova contraria e che la scienza non ha provato niente, Inoltre è sicuramente a conoscenza che L'OMS dice che ogni individuo che non desidera la propria condizione, può provare a trovare un modo per stare bene, Qualunque esso sia.
Tanti eterosessuali diventano gay e tanti gay diventano eterosessuali, non vedo nè scandalo nè problema.
Questa è la giusta informazione che secondo me dovreste dare soprattutto ai ragazzi e le ragazze adolescenti e non dire loro che è tutto normale e che bisogna accettarlo perchè è giusto che sia così! In questo modo diventate anche voi una sorta di religione in cui la vostra è quella buona e giusta e tutte le altre sono sbagliate.
Ognuno deve essere in grado di decidere per se ma sempre dopo essere stato informato bene di come stanno le cose.
Per sua buona pace non sono spinto da nessuno, mi gestisco da solo, spendo da solo, produco da solo, sbaglio da solo e qualche volta vinco da solo con l'aiuto di 2/3 persone che non hanno nessun potere tranne quello di volermi bene e lavorare solo ed esclusivamente per me, a volte anche a gratis.
Non dia retta alle voci che dicono che sarei spinto dal Vaticano o da qualche lobby potente non mi faccia ridere, non sono neanche sposato in chiesa e le mie bimbe non sono battezzate perchè sceglieranno loro a che religione appartenere, una volta che sapranno che ogni religione viene usata per far litigare la gente e dividere da sempre i popoli.

Questo qui sotto è lo slogan dell'AGEDO, allora mi domando perchè vi sentite offesi se la storia che ho cantato è una storia possibile.
Non ho mancato di rispetto a nessuno ma continuo a vedere atteggiamenti e commenti non rispettosi nei miei confronti e nei confronti di chi ha apprezzato e apprezza le cose che faccio.

Qualunque cosa lei mi risponderà, tenga bene a mente che la storia di "Luca" è una storia vera e quindi possibile.

"L’AGEDO è composta da famiglie che credono nella democrazia e nella libertà di una società, che non si piegano al ricatto e alla monetizzazione dei premi, qualunque sia la cifra, e che soprattutto pensano che il rispetto sia il valore assoluto da coltivare per essere liberi.

Saluti,
Giuseppe

Sabato 20 Giugno matrimonio Lesbo .Siete tutti invitat*!

Ciao, mi chiamo Maria Alessio (lesbotrans-allgender)
volevo segnalarvi che io e Daniela abbiamo deciso di unirci in matrimonio non convenzionale sabato 20 Giugno prossimo e in allegato vi inoltro la locandina che abbiamo preparato per l'occasione in cui sono indicati tutti i riferimenti utili per raggiungere la località dell'evento. (scrivi a verona@arcilesbica.it per averla) Ci farebbe piacere invitarvi perchè abbiamo la certezza che sarà una serata allegra, diversa e simpatica.

La cerimonia verrà officiata dal regista della nostra Compagnia Teatrale, Giullaria (Mantova) che per l'occasione preparerà una performance a sorpresa, sarà una sorpresa anche per noi, siccome però riteniamo Bepi un regista fuori dagli schemi convenzionali e davvero geniale, non temiamo la sorpresa perchè ci fidiamo ciecamente delle sue iniziative creative. Finita la cerimonia verrà offerto uno spuntino (ore felici) per goderci della natura intorno per un pochetto, dopo di che io e Daniela faremo il nostro primo backstage-mondiale-comico-musicale che stiamo mettendo in scena e di cui abbiamo scritto insieme al regista Bepi Monaj testi e musiche. Daniela suona la fisarmonica ed io la chitarra. Nella località in cui saremo, Puller (a circa 600 mt e a poco meno di 14 Km da Cividale del Friuli), avremo a disposizione l'intero borgo compreso il bar-ristorante e per chi lo desiderasse ci sarà la possibilità di sistemare la tenda per campeggiare.

Ci tengo a sottolineare che il tutto sarà completamente gratuito!Mentre, solo per chi lo vorrà, dopo il backstage, faremo una mangiata insieme per cui se ci fosse qualcuna interessata ad unirsi a noi dovrebbe farcelo sapere con qualche giorno di anticipo per permetterci di organizzarci. Solo in questo caso chiederemo un piccolo contributo di 10 euro a persona.

L'evento è aperto a tutti! Vi lascio il mio numero di cellulare (che troverete anche nella locandina)

Nell'attesa di incontrarvi e conoscervi direttamente o magari rivedervi perchè in passato le nostre strade si sono già incrociate, con simpatia vi saluto.

a presto Maria Alessio

L'ordinanza del Tribunale di Venezia è un passo avanti verso un'Italia più civile, moderna e democratica

Comunicato stampa - ArciLesbica
24 aprile 2009
ArciLesbica condivide l’entusiasmo della Rete Lenford – Avvocatura per i Diritti LGBT per l’ordinanza con la quale il Tribunale di Venezia chiede alla Corte Costituzionale di dichiarare l`illegittimità di alcuni articoli del codice civile che, in violazione della Costituzione, ostacolerebbero il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Da troppo tempo le richieste di riconoscimento dei diritti civili per le persone lesbiche, gay e transessuali restano inascoltate dalla politica, con il risultato che in Italia non esiste ancora una legge contro le discriminazioni né strumenti per regolare e proteggere le relazioni affettive e familiari delle persone LGBT.
Per questo l’ordinanza del Tribunale di Venezia, che ha ritenuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso legittimo sotto il profilo costituzionale, rappresenta una decisione storica e un passo avanti verso un’Italia più civile, moderna e democratica.
Nella speranza che la Corte Costituzionale confermi l’illegittimità degli articoli del codice civile secondo il dettato costituzionale e dichiari la legittimità del matrimonio tra persone dello stesso sesso, ArciLesbica si congratula con la Rete Lenford – Avvocatura per i Diritti LGBT e con tutte le coppie lesbiche e gay che hanno permesso il raggiungimento di questa prima grande vittoria.
Francesca Polo
Presidente Nazionale ArciLesbica

Noi Lesbiche su basi di roccia abbiamo consolidato un amore forte!




Oggi due nostre grandi amiche festeggiano un importante traguardo dopo aver fatto un passo fondamentale quale la convivenza, oggi festeggiano un anno e mezzo passato assieme nell'amore, nel rispetto e nella reciproca fiducia, stima e supporto.
Su basi di roccia hanno consolidato un amore forte, che supera ogni ostacolo.
"Grazie di esistere,
di essere sempre al mio fianco,
di credere in me
di avermi insegnato ad apprezzare la vita
di essere in grado di credere in qualcosa di così grande come il nostro rapporto.
Per altri mille giorni così luminosi al tuo fianco.
Ti amo amore mio"

Famiglie, Coppie e Genitori LGBTQI Verona

Famiglie LGBTQ è il Blog di tutte le famiglie, le coppie e i genitori LGBTQI di Verona. Il nostro scopo è il pieno riconoscimento dei diritti per le nostre famiglie e per le nostre unioni.
Se volete ricevere informazioni su di noi, lo potete fare scrivendoci una e-mail: familygay.verona@gmail.com - Altre informazione le trovate presso le sedi delle associazioni e dei gruppi LGBT veronesi.