Omogenitorialità, la parola ad Arcigay

Care mamme,
la questione sollevata dall‘interrogazione di De Eccher su omogenitorialità [leggi qui] abbiamo visto che sta sollevando molto interesse da parte di tutti.
Ci è parso doveroso chiedere ad Arcigay la loro posizione.
Ecco cosa dice Paolo Patanè Presidente nazionale Arcigay: “Francamente ci paiono incomprensibili ed irricevibili le dichiarazioni del senatore Cristiano De Eccher del Pdl sulle mamme e i papà gay, un fenomeno molto diffuso in Italia con decine di nuove famiglie che crescono nell’affetto la propria prole.
Ora, tra i più aspri argomenti polemici che colpiscono gli omosessuali c’è quello che ci vorrebbe sterili. Se però mettiamo al mondo figli, stando alle dichiarazioni del senatore, saremmo “egoisti”, non rispetteremmo la legge naturale e priveremmo la modernità di riferimenti culturali certi. Questo controsenso attesta che il problema non sta nell’omosessualità, ma nell’omofobia di chi, come De Eccher, non vuole fare i conti con la ricchezza delle diversità dell’esperienza umana.

Nelle parole del senatore l’abuso del termine “naturale” ha un forte odore di sacrestia e farebbe altrimenti sorridere se non ferisse decine di mamme e papà gay che, tra mille difficoltà, in un paese profondamente omofobo, crescono i propri figli senza vedersi riconosciuta la dignità istituzionale di famiglie.

Ed è su questo che il Governo dovrebbe intervenire.
Siamo convinti che quelle decine di bambini di gay e lesbiche una volta cresciuti ci racconteranno storie di normalità, moralità e serenità, che è l’esperienza che stanno vivendo nelle loro famiglie.

Dall’altra parte tutte le ricerche scientifiche sull’omogenitorialità stabiliscono che i figli di omosessuali e lesbiche crescono esattamente come i loro coetanei eterosessuali. Solo su un punto si differenziano: sono più tolleranti verso tutte le diversità. E questo è un successo educativo.”

Le parole di Patanè toccano punti secondo noi molto importanti che non vanno trascurati: spesso, come molte di voi hanno sottolineato nei commenti che ci hanno lasciato qui e su Facebook, si tende a concentrarsi sulla questione “uomo-donna” e non sulla questione “benessere del bambino”.

Da http://www.mammaoggi.it/

Gruppo genitori omosessuali e genitori di omosessuali

La presenza maggiore è data dai genitori, come ho già detto, etero e gay. E’stato ( e uso una parola che può sembrare fuori luogo) bellissimo vedere i genitori che timidi entravano dalla porta dell’ Ass. Rebis non sapendo cosa e chi avrebbero trovato.

Ermanno Marogna aveva già tentato un paio di anni fa di creare un momento di accoglienza e di ascolto per i genitori, ma a parte me, non ci fu riscontro.

Pazientemente si è atteso che i tempi fossero maturi e dopo un po’ di pubblicità e passa parola, i genitori sono venuti allo scoperto.

Ci sediamo in cerchio, ci presentiamo e diciamo perché siamo lì, uno alla volta nella centralità e nel rispetto dell’altro. Qualcuno ha parlato al secondo o terzo incontro, perché sentitosi supportato. La presenza di mamme e qualche papà, fa aprire il cuore. C’è tanto amore da parte nostra e i figli devono sapere che li amiamo sopra ogni cosa e che se anche il loro amore è rivolto a persone del loro stesso sesso, sono PERSONE fragili, insicure, impaurite, dolci, a volte pieni di rabbia, con tanto rancore dentro, che ci chiedono aiuto. E noi genitori ci troviamo insieme sperando di poter meglio aiutare i nostri ragazzi, se le nostre forze non bastano.

Caso diverso è il genitore omosessuale. Il turbamento che trasmettono è di confusione per la rivelazione della loro omosessualità, di dispiacere per il/la consorte che indipendentemente continuano ad amare e preoccupazione lacerante per il come e il quando dovrà dirlo alla figlia/o ancora forse troppo piccoli per non traumatizzarli. Noi genitori abbiamo sempre paura di sbagliare: “E se un amichetto, per sentito dire, prende in giro mio figlio perché suo padre è gay?”.

Rivelazione che può rivelarsi incomprensibile e traumatica di diversità, che vorremmo evitare ai nostri figli, piccoli o grandi che siano.

Altra situazione molto dura che si affronta a fatica è l’identità di genere. In questi casi, il gruppo resta in silenzio e non sa cosa dire. Questa tematica è più complicata, ma dopo l’ascolto, un abbraccio comune è già molto.

Incontrandoci ogni 3/4 settimane, abbiamo voglia di raccontarci e condividere le novità belle o brutte o le piccole vittorie avute in famiglia. Questo dà gioia a noi e al nostro Ermanno e ci da la conferma che è giusto continuare e speriamo sempre che qualche genitore si accodi al nostro gruppetto già numeroso.

Preciso che il nostro desiderio di incontrarci tutti assieme, deriva anche dall’aiuto che possiamo dare a noi stessi, a volte per superare la sorpresa, la delusione, la rabbia, la tristezza, la confusione, il malessere del vivere.Siamo genitori, ma esseri umani e a volte anche per noi è dura e ci vuole un po’ di tempo per capire e “accettare” i nostri figli. L’amore non finisce, anzi aumenta sempre più. E a volte restiamo in disparte perché la nostra invadenza può disturbare i nostri figli in certi momenti difficili: la visibilità, il non dire, il peso e il pensiero del futuro. Il rispetto del genitore è grande.
Se ancora non si fosse capito, alle serate del gruppo genitori si parla di amore in tutte le sue forme.
Personalmente non ho mai finito di imparare e di crescere e se posso essere utile ad altri con la mia testimonianza, ne sono felice.

I nostri figli sono delle perle rare e hanno diritto ad una vita come tutti gli altri.
(L'angolo di Noemi)

E' ONLINE 'L'ATTO D'AMORE', CONTRATTO DI CONVIVENZA PER LE COPPIE DI FATTO


E’ finalmente on line, in versione scaricabile gratuitamente, l’Atto d’Amore (contratto di convivenza), la scrittura privata predisposta dai legali di DGP e che DGP mette a disposizione di tutti coloro che intendono regolare il proprio rapporto di convivenza utilizzando le possibilità che oggi offre la legge italiana.

Si tratta di uno strumento predisposto in una forma volutamente molto semplice proprio per consentire a ciascuno di comprendere il significato di ogni disposizione e di adattare il tutto alla propria situazione senza necessariamente ricorrere all’ausilio di un professionista (DGP consiglia comunque , soprattutto per questioni più complesse o delicate , di consultare il proprio legale di fiducia o di chiedere assistenza all’Associazione stessa).

Con la sottoscrizione del testo offerto da DGP, adattato ovviamente alle proprie esigenze, le parti saranno in grado di regolare in maniera tutto sommato soddisfacente, questioni che, in assenza di una legge o di una regolamentazione privata, rischiano di generare problematiche e conflitti. In particolare, l’Atto d’Amore prevede situazioni relative a:

- la proprietà dei beni mobili;
- l’uso dell’abitazione comune;
- la cessazione della convivenza;
- il diritto al mantenimento;
- l’assistenza in caso di malattia.

Ci auguriamo che questa iniziativa possa contribuire a sensibilizzare tutti noi sulla opportunità di regolare almeno alcuni aspetti della convivenza prendendo allo stesso tempo coscienza dell’esistenza di diritti e doveri che spesso vengono ignorati o negati.

DGP continuerà in ogni caso a battersi affinchè diritti e doveri delle coppie di fatto siano recepiti in una normativa che colmi finalmente una gravissima lacuna del nostro ordinamento giuridico.

Nota bene: per utilizzare la scrittura privata copie ed incolla le parti che ti interessano su un tuo documento word e modificale secondo le tue necessità.

Dirttivo Di'Gay Project - DGP

Il Portogallo festeggia il 17 Maggio

(ANSA) - LISBONA, 17 MAG - Il presidente della repubblica portoghese Anibal Cavaco Silva ha annunciato di avere firmato la legge che legalizza i matrimoni gay. La legge era stata approvata l'11 febbraio scorso dal parlamento lusitano. Il presidente ha dato l'annuncio in una dichiarazione televisiva al Paese. Il capo dello stato, ex-leader del partito conservatore Psd, doveva decidere entro domani se promulgare la legge o porre il proprio veto e rinviarla all'esame del parlamento.
Il Portogallo diventa così il seso Paese in Europa a legalizzare i matrimoni tra omosessuali. Il presidente portoghese Anibal Cavaco Silva, cattolico praticante, ha firmato la legge che elimina i divieti di unioni tra persone dello stesso sesso ma non le autorizza ad adottare bambini. Gli altri Paesi in cui sono legali i matrimoni tra gay sono Belgio, Olanda, Spagna, Svezia e Norvegia, e nel mondo, si contano cinque stati americani , il distretto di Washington, Canada e Sudafrica.
La proposta, approvata dal Parlamento, non è stata ostacolata dal Capo dello Stato Anibal Cavaco Silva che nella giornata di ieri ha comunicato in diretta televisiva di avere firmato la legge approvata l’11 febbraio dal parlamento. Bloccare l’emendamento e istigare un nuovo dialogo, infatti, sarebbe stato controproducente per la situazione economica che, in questo momento dovrebbe vedere i partiti concentrarsi su problemi più pregnanti, Il Presidente, pur non condividendo la legge, ha ceduto al volere della maggioranza che, del resto, gli avrebbe potuto riproporre il disegno senza alcune modifiche e, secondo l’ordinamento portoghese (come del resto quello italiano), Silva avrebbe dovuto promulgare la legge.
L’Iter della legge è stato relativamente veloce: il partito socialista, infatti, ha presentato il disegno di legge a gennaio e il mese scorso ha ricevuto il via libera della Corte Costituzionale ma, del resto, data che la limitrofa Spagna già da tempo ha approvato queste unioni non si può certo dire che la questione in Portogallo non fosse stata sollevata.
Vitalino Canas, portavoce del partito socialista che aveva già inserito nel programma elettorale del premier – successivamente eletto - Josè Socrates la concretizzazione della legge, ritiene quello che si sta vivendo “un momento memorabile, un passo avanti per la politica e la società”. Com’è prevedibile, però, la legge non sarà approvata dai cattolici che condividono le opinioni espresse qualche settimana fa dal Papa Benedetto XVI mentre era in visita nello stato iberico: “l’aborto, così come i matrimoni gay – ha sostenuto il Santo Padre – sono la minaccia più insidiosa e pericolosa che il mondo deve affrontare”. Eppure, nonostante il 90% dei cittadini portoghesi si dichiara credente la legge ha ricevuto il benestare del parlamento e le coppie omosessuali possono cominciare a preparare confetti e partecipazioni di nozze. La Conferenza Episcopale portoghese ha dichiarato che “questa legge costituisce un passo indietro nella costruzione della coesione sociale, ed è in contrasto con uno dei principi più consolidati delle diverse civiltà del genere umano”.
A cura di Marcella Sardo

45 anni d’amore

18/03/2010 - Redazione Pegaso

Provate a descrivere brevemente chi siete, di dove siete originari, cosa fate nella vita e quali sono le vostre passioni.
Siamo una coppia gay e conviviamo da 45 anni. Io sono originario della provincia di Avellino, Bruno della provincia di Teramo, per circa 30 anni abbiamo gestito un negozio di fiori, abbiamo vissuto in Germania per 10 anni li gestivamo un supermarket, nel 1975 siamo tornati in italia.
Viviamo da 35 anni a Pineto (Teramo), dove insieme a Bruno abbiamo cresciuto un nipote dal 1981 al 1995, fin quando lui ha fatto famiglia. Attualmente la nostra passione è il teatro, abbiamo fondato un’associazione e ci esibiamo in vari teatri della regione, sono regista e ho in progetto di realizzare un copione che parla della nostra storia.
Come vi siete conosciuti e innamorati e in quale anno?Ci siamo conosciuti il 28 gennaio 1965 in Germania, per caso in un locale italiano, un amore a prima vista, da quel giorno noi non ci siamo più separati.
Com’era l’Italia degli anni ’60 nel momento del vostro incontro?Gli anni ’60 li ricordiamo bene, la gente era ricca di valori, ci si voleva bene e ci si accontentava di poco, l’omosessualità era nascosta, era meglio non parlarne, comunque gli anni vissuti in Germania li abbiamo trascorsi senza discriminazioni.In italia invece c’è stata discriminazione e intolleranza, ma con il nostro modo di fare alla fine la gente ci ha accettato e adesso abbiamo tanti amici, tante giovani coppie vengono a trovarci e a chiederci consigli.
Perché dopo 45 anni volete sposarvi? Cosa rappresenta per il vostro rapporto il matrimonio?Vogliamo sposarci per coronare un sogno, perchè in un certo senso siamo il simbolo dell’amore omosessuale, anche perchè l’anno scorso sono stato molto male e tutte le sere Bruno veniva mandato via dagli addetti sanitari in quanto non era mio parente, quindi rimanevo solo e senza assistenza, con il passare degli anni ci stiamo rendendo conto che regolamentare le coppie di fatto è urgente, io in ospedale sono stato solo e privato dell’affetto del mio compagno.
Anche sotto l’aspetto fiscale paghiamo molte tasse, sotto l’aspetto pensionistico sinceramente siamo molto proccupati per il nostro futuro, speriamo che le cose cambino al più presto.
Il fatto di vedere riconosciuto il matrimonio gay, significherebbe zittire tanto clamore inutile che le coppie di fatto creano nella società. Ma a prescindere da tutto, matrimonio o no, a me e Bruno non ci separa nessuno, appunto perché il nostro è un amore vero, con questo vogliamo comunicare alle coppie attuali e future ANDATE AVANTI. Grazie.
Leggi l'intervista su Pegaso20Vai alla campagna Arcigay per il matrimonio tra persone dello stesso sessoSì, noi lo vogliamo!

Siamo con Chiamparino

Arcigay ancora una volta manifesta piena vicinanza a Sergio Chiamparino per la coerenza e la forte testimonianza di senso della laicità nell’interpretare il suo ruolo di Sindaco di Torino.
Di fronte ad un gesto che esalta l’impegno delle Istituzioni a garantire l’eguaglianza dei cittadini come previsto dalla nostra Costituzione, la Curia torinese perde un’altra opportunità per declinare l’uguaglianza nel rispetto del diritto di tutti a costruirsi una famiglia, criticando la scelta di Chiamparino di sposare simbolicamente due donne lesbiche.
“E’ molto triste questa rappresentazione della famiglia che ne deriva”, sottolinea Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay – “sembra quasi che l’eguaglianza che la Curia sostiene di difendere trovi in quella idea di famiglia non un luogo di realizzazione, ma di esclusione. Mi sembra l’ennesima occasione persa per ribadire il diritto di tutti a crearsi una famiglia secondo il proprio orientamento e a farne il centro di un’autentica eguaglianza e di una possibile felicità”.
Il 23 marzo 2010 la Corte Costituzionale dovrà decidere sull'ammissibilità dell'ordinamento italiano circa la legittimità o meno dei matrimoni omosessuali. Sono attualmente quattro (Venezia, Trento, Firenze, Ferrara) le ordinanze di rimessione degli atti alla Consulta che affrontano il tema di coppie dello stesso sesso che non ottengono dal proprio Comune di residenza la possibilità di procedere alla pubblicazione di rito prematrimoniale.
Dunque per tutto il mese di marzo Arcigay dedicherà grande attenzione nel ribadire che il matrimonio civile è uno strumento fondamentale per garantire dignità, inclusione sociale e diritti alle famiglie omosessuali e per raggiungere l’obiettivo fondamentale della piena uguaglianza giuridica e sociale di ogni cittadino.
Già questa settimana si svolgerà a Bologna, sede nazionale di Arcigay, presso Palazzo d’Accursio venerdì 5 marzo il Seminario formativo Il diritto al matrimonio fra le persone dello stesso sesso, promosso da Arcigay Il Cassero e patrocinato dal Comune di Bologna e dalla Regione Emilia Romagna.

CLERICI: SI' A UNIONI DI FATTO, NO A MATRIMONI E ADOZIONI

Conosco tantissimi omosessuali che la pensano come me
lunedì 22 febbraio 2010

Roma, 22 feb. - "Trovo che sia giusto legalizzare la convivenza tra due persone dello stesso sesso, perche' uno puo' cosi' vantare dei diritti sull'altro, qualsiasi cosa accada, bella o brutta, proprio come avviene per una coppia etero. Non sono d'accordo, invece, sul matrimonio canonico, istituzione che anche a me ha portato sfortuna". Cosi' Antonella Clerici in un'intervista a Klaus Davi che verra' pubblicata sul settimanale "Diva e Donna" in edicola mercoledi' 24 febbraio.

La Clerici si e' detta anche contraria alla possibilita' di consentire le adozioni alle coppie gay. "Per un proprio equilibrio personale e per una questione anche di natura, un figlio deve avere un padre e una madre. Su questo non transigo. E conosco tantissimi omosessuali che la pensano come me".


GRILLINI A CLERICI, GAY SONO BUONI GENITORI COME ALTRI
Parole positive ma più coraggio
lunedì 22 febbraio 2010

ROMA, 22 FEB - 'Sugli omosessuali non siamo d'accordo con le parole di Antonella Clerici, anche se in materia di diritti delle coppie omosessuali ha fatto affermazioni positive': cosi' Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay e presidente di Gaynet, commenta le anticipazioni di un'intervista di Klaus Davi ad Antonella Clerici.

'In particolare - precisa l'ex deputato - non condividiamo le affermazioni su matrimonio e adozioni, perchè si tratta di stabilire se lesbiche e omosessuali sono cittadini come tutti gli altri e quindi se hanno gli stessi diritti dei cittadini eterosessuali. Non è tanto la questione adozione che è in discussione, quanto il diritto degli omosessuali di essere considerati buoni genitori ne‚ piú, ne‚ meno di tutti gli altri'.

'Consigliamo ad Antonella Clerici di leggersi la grande quantità di letteratura esistente in materia che dimostra, come per esempio hanno sottolineato le associazioni di pediatri francesi e americani, che non esiste nessuna apprezzabile differenza nel successo educativo tra genitori etero e genitori omosessuali' conclude Grillini.

Famiglie, Coppie e Genitori LGBTQI Verona

Famiglie LGBTQ è il Blog di tutte le famiglie, le coppie e i genitori LGBTQI di Verona. Il nostro scopo è il pieno riconoscimento dei diritti per le nostre famiglie e per le nostre unioni.
Se volete ricevere informazioni su di noi, lo potete fare scrivendoci una e-mail: familygay.verona@gmail.com - Altre informazione le trovate presso le sedi delle associazioni e dei gruppi LGBT veronesi.