«Sì alla famiglia cristiana fondata nell’unione indissolubile di un’uomo e di una donna, ambito privilegiato in cui la vita umana viene accolta e protetta»
di GIAN ANTONIO ORIGHI - La Stampa 31-12-2007
MADRID - «Sì alla famiglia cristiana fondata nell’unione indissolubile di un’uomo e di una donna, ambito privilegiato in cui la vita umana viene accolta e protetta». Non potevano essere più critiche con le leggi sui diritti civili varate nel 2005 dal premier socialista ed agnostico Zapatero sulle nozze gay e sul divorzio lampo, le parole di Benedetto XVI. Il Papa, nella prima videoconferenza dal Vaticano della storia all’Angelus ieri si è rivolto «in diretta» all’immensa folla accorsa all’Incontro della Famiglia tenutosi nella madrilena Plaza Colón: 2 milioni per gli organizzatori, la metà per la regione. Al Family Day, iniziato alle 11 con immagini di Giovanni Paolo II trasmesse da 9 giganteschi video-wall, hanno partecipato 42 vescovi spagnoli e numerose associazioni cattoliche, come il Cammino Neocatecumenale di Kiko Arguello. Si è trattato di un appuntamento «militante», nel quale il cardinale di Madrid, Antonio Rouco Varela, ha pesantemente sferzato la laicità del governo spagnolo e persino della precedente coalizione popolare di centrodestra (assente il suo leader Mariano Rajoy) denunciando: «E’ da 30 anni (da quando è finita la dittatura franchista, ndr) che continua la svalutazione della famiglia e si manifesta nell’opinione pubblica una visione della vita che porge le spalle a Dio». A una Spagna in cui Zapatero sostiene che «leggi si votano in Parlamento, non in Vaticano», ove i mariti gay e le spose lesbiche non fanno più notizia (3 mila gli imenei celebrati), i divorzi lampo sono ben il 74,3 % del totale (126.952 nel 2006), il Pontefice, parlando in spagnolo, ha detto: «Incoraggio i partecipanti alla manifestazione di Madrid a dare testimonianza davanti al mondo della bellezza dell’essere umano, del matrimonio e della famiglia». Poi il Santo Padre ha stigmatizzato il premier che ha eliminato l’ora di religione obbligatoria e instaurato la materia educazione alla cittadinanza in cui si insegna il rispetto per le famiglie gay. No comment di Zapatero, ma i comunisti accusano: «Con la scusa della difesa della famiglia, la Chiesa attacca lo Stato laico, libero di regolarsi come decidono democraticamente i suoi cittadini».
di GIAN ANTONIO ORIGHI - La Stampa 31-12-2007
MADRID - «Sì alla famiglia cristiana fondata nell’unione indissolubile di un’uomo e di una donna, ambito privilegiato in cui la vita umana viene accolta e protetta». Non potevano essere più critiche con le leggi sui diritti civili varate nel 2005 dal premier socialista ed agnostico Zapatero sulle nozze gay e sul divorzio lampo, le parole di Benedetto XVI. Il Papa, nella prima videoconferenza dal Vaticano della storia all’Angelus ieri si è rivolto «in diretta» all’immensa folla accorsa all’Incontro della Famiglia tenutosi nella madrilena Plaza Colón: 2 milioni per gli organizzatori, la metà per la regione. Al Family Day, iniziato alle 11 con immagini di Giovanni Paolo II trasmesse da 9 giganteschi video-wall, hanno partecipato 42 vescovi spagnoli e numerose associazioni cattoliche, come il Cammino Neocatecumenale di Kiko Arguello. Si è trattato di un appuntamento «militante», nel quale il cardinale di Madrid, Antonio Rouco Varela, ha pesantemente sferzato la laicità del governo spagnolo e persino della precedente coalizione popolare di centrodestra (assente il suo leader Mariano Rajoy) denunciando: «E’ da 30 anni (da quando è finita la dittatura franchista, ndr) che continua la svalutazione della famiglia e si manifesta nell’opinione pubblica una visione della vita che porge le spalle a Dio». A una Spagna in cui Zapatero sostiene che «leggi si votano in Parlamento, non in Vaticano», ove i mariti gay e le spose lesbiche non fanno più notizia (3 mila gli imenei celebrati), i divorzi lampo sono ben il 74,3 % del totale (126.952 nel 2006), il Pontefice, parlando in spagnolo, ha detto: «Incoraggio i partecipanti alla manifestazione di Madrid a dare testimonianza davanti al mondo della bellezza dell’essere umano, del matrimonio e della famiglia». Poi il Santo Padre ha stigmatizzato il premier che ha eliminato l’ora di religione obbligatoria e instaurato la materia educazione alla cittadinanza in cui si insegna il rispetto per le famiglie gay. No comment di Zapatero, ma i comunisti accusano: «Con la scusa della difesa della famiglia, la Chiesa attacca lo Stato laico, libero di regolarsi come decidono democraticamente i suoi cittadini».