Improvvisamente l'inverno scorso


Un po' di date:

1976 GustavHofer (a destra) nasce a Sarentino, in Alto Adige.
2000 Si conoscono all’entrata di un teatro, sempre a Roma. “È amore a prima vista. Tre giorni dopo siamo andati a vivere insieme”.
2007 Il governo Prodi presenta il ddl sui Dico. Poi cade per un voto, quello del senatore a vita Giulio Andreotti, contrario al riconoscimento delle unioni di fatto. La legge non verrà mai approvata.
2008 “Improvvisamente l’inverno scorso”, il loro documentario sui Dico, viene premiato con la menzione della critica la Festival di Berlino (http://www.improvvisamentelinvernoscorso.it/).
GUSTAV HOFER E LUCA RAGAZZI hanno girato un documentario pieno d’ironia sul viaggio loro e dell’Italia alla ricerca dei Dico. E sul perché è fallito.
Il vostro film sui Dico, “Improvvisamente l’inverno scorso”, è uscito un anno fa. È finito nei cinema e nelle tv di 4 continenti, da New York a alla Corea. In Italia non l’ha visto quasi nessuno: perché?
Gustav
: Tutti i distributori cinematografici e le tv italiani che abbiamo contattato ci hanno risposto: “È bellissimo, ma ci dispiace: non è il momento politico per un film così”. Cosa c’entra il “momento politico”?
Gustav: Sostenevano che è scomodo un po’ per tutti: per la Chiesa come per il Pd. Lo abbiamo dovuto portare nei cinema in modo carbonaro, grazie al sito (http://www.improvvisamentelinvernoscorso.it/ ). E così abbiamo fatto comunque 12mila spettatori: per una non distribuzione è tanto. Scomodo? Cosa c’è nel documentario?
Gustav: Raccontiamo come non è stata fatta la legge sulle unioni di fatto. Ho deciso di girarlo il giorno in cui è caduto il governo Prodi per il voto mancante del senatore a vita Giulio Andreotti. Che ha negato la fiducia perché il governo aveva appena presentato il disegno di legge sui Dico. Mi sono detto: non è possibile che al giorno d’oggi non sia passata neppure una legge così, che era pochissimo.
In che senso, pochissimo?
Luca:
Perché si trattava di diritti a rate, la maggior parte arrivava dopo 8, 9 anni. Era pura burocrazia, per ottenere cose minime come il subentro nell’affitto. Ma visto che i media non l’hanno raccontato, la gente ha pensato che i Dico fossero il matrimonio gay e l’adozione.
Per spiegare i Dico, così, avete raccontato di voi, che state insieme da 8 anni...
Luca: Ormai nove! E sì, abbiamo voluto metterci la faccia.
Gustav: In tutti quei mesi di discussioni il tema della coppia gay era diventata una cosa astratta. Come spesso succede in Italia, sui media e in particolare in tv, non si parla mai dei fatti, ma solo delle polemiche. Noi volevamo mostrare che i Dico sono diritti di persone.
E perché siete andati alle manifestazioni di Comunione e Liberazione, al Family Day e ai cortei dell’estrema-destra?
Gustav:
Per capire le ragioni degli altri.
Le avete capite?
Luca: Abbiamo scoperto che molti ripetevano gli slogan sentiti in quei giorni in televisione. Gustav: C’era la deputata della Lega Carolina Lussano in tv, che urlava: “Con i gay non c’è procreazione, il mondo si estinguerebbe!”
Luca: E il giorno dopo uno ce l’ha detto per strada: il mondo si estinguerebbe.
Gustav: O ripetevano quello che aveva detto il presidente della Cei Angelo Bagnasco, che pedofilia e incesto vanno insieme all’omosessualità.
Nel film siete particolarmente duri con la Chiesa: non avete esagerato?
Luca:Non siamo duri con la religione. Siamo duri con la posizione politica del Vaticano, soprattutto nella figura di questo papa.
Gustav: È la Chiesa che ha provocato questa chiusura
sui Dico. Ma ci è riuscita perché i politici non hanno avuto il coraggio di metterle un limite e ricordarle che siamo in uno Stato laico, in si fanno le leggi per i cittadini, non soltanto per i cattolici. Anche col Pd non siete teneri: perché?
Gustav
: La coalizione di Prodi aveva nel programma la legge sulle unioni di fatto. Dopo che il suo governo è caduto la prima volta, l’ha abbandonata a se stessa. E l’ex ministra Barbara Pollastrini ci ha detto che nel Pd c’è un grande disagio sui Dico, perché viene considerato come un tema che
riguarda poche persone, per cui non porta voti. È aberrante.
Andare da chi era contrario alle unioni gay e dire noi siamo una coppia è stato difficile?
Gustav: No. È stato difficile accettare quello che ci rispondevano. C’è chi ci ha persino detto che non siamo una coppia.
Luca: Ma quando siamo stati al corteo dell’estrema destra abbiamo avuto paura. Se non tiravo via Gustav ci menavano.
Una cosa che la gente vi ha detto spesso è stata: “Perché uno deve dirmi che è gay? non voglio sapere cosa fa a letto!”...
Luca: Quella è la violenza più grande. In pratica ti chiedono di mentire, omettere, dissimulare. Perché? Non è che ti racconto quale posizione preferisco. Quello sì è privato. Ma il fatto che sono omosessuale è pubblico, non privato.
Perché pubblico?
Luca: Perché fa parte del mio stare al mondo.
Gustav: E invece, in Italia, al lavoro ci devo pensare tre volte prima di dire se porto il mio fidanzato. È una violenza,
Luca: Salvo poi scoprire che, se racconti le cose come stanno, dopo lo sconcerto iniziale la gente è quasi sempre disposta
ad accettarlo. Vede che non c’è niente di sbagliato né di minaccioso.
Alla fine del documentario voi vi “sposate”...
Luca: Sì ma dentro al discount “Dico”. Ci faceva troppo ridere!
Gustav: Il “discount italiano” per il discount dei diritti.
Elena intervista di City del 09 settembre 2008

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