Nuova Zelanda apre ai matrimonio gay. Dal parlamento primo sì a grande maggioranza

Nuova Zelanda apre ai matrimonio gay. Dal parlamento primo sì a grande maggioranza

La proposta dell’opposizione laburista, ha superato la prima lettura in Parlamento a pieni voti: 80 a favore e 40 contrari. Voto storico


WELLINGTON – La Nuova Zelanda aprirà il matrimonio agli omosessuali. La proposta di legge, portata avanti dall’opposizione laburista, ha superato la prima lettura in Parlamento a pieni voti: 80 a favore e 40 contrari. Questo clamoroso successo per il controverso disegno di legge chiamato ‘Marriage (Definition of Marriage) Amendment Bill’, rende praticamente certa l’approvazione definitiva. Festeggiamenti e applausi hanno accompagnato quello che è stato definito un voto storico. «Mi aspettavo – ha commentato Louisa Wall, firmataria del disegno di legge – di ottenere 61 voti (il minimo richiesto per avere la maggioranza alla Camera che conta 121 seggi). Averne presi 80 è una cosa davvero speciale». La proposta di legge era stata duramente contestata dalla chiesa cattolica e da varie comunità religiose, e ha diviso partiti e l’opinione pubblica. APPROVAZIONE DEFINITIVA – Nonostante quest’importante vittoria, l’apertura del matrimonio ai gay non è imminente.

Essendo una proposta di legge partita da un membro del Parlamento e non dal Governo, la proposta di legge deve ora passare attraverso un Select Committee per poi essere di nuovo al vaglio del Parlamento, dove però non dovrebbe incontrare maggiori ostacoli. L’approvazione definitiva del disegno di legge probabilmente non avverrà prima del 2013. UNA LEGGE CONTROVERSA - Prima del voto, la deputata laburista aveva incitato i colleghi parlamentari a sostenere il suo disegno di legge. «Oggi è il giorno – aveva detto nel suo discorso - in cui si deve aprire l’istituzione del matrimonio a tutti i cittadini. Non ci sono motivi ragionevoli per cui uno Stato debba negare il diritto a questa opzione a qualsiasi cittadino maggiorenne desideri farne uso». La proposta, però, ha subíto opposizione anche all’interno del Partito Laburista. Su’a William Sio, rappresentante dell’elettorato di Mangere, una circoscrizione di Auckland che vede una concentrazione di abitanti provenienti dalle isole del Pacifico, è stato uno dei tre deputati laburisti a votare contro. «Questo è un tema molto delicato – ha commentato Sio – per le comunità religiose isolane e persino all’interno della mia stessa famiglia». La maggior parte dei partiti ha permesso ai propri deputati di votare secondo coscienza. New Zealand First aveva proposto un referendum, ipotesi caduta quando recenti sondaggi hanno mostrato che il 60% della popolazione neozelandese era a favore del matrimonio tra gay. COLPO DI SCENA – Il più clamoroso colpo di scena è stata la scelta del deputato del Partito nazionale Paul Hutchison, che aveva dichiarato pubblicamente la sua opposizione e ha poi finito per votare a favore. Dopo un intenso colloquio con Wall alla vigilia del voto, ha capitolato: «Non posso formulare motivazioni intellettuali, morali, di salute o persino spirituali contro questa proposta di legge» ha finito per affermare. LA TRAGEDIA DEI SUICIDI - Hutchison, ex ostetrico e ginecologo, ha sostenuto di essere estremamente preoccupato riguardo l’alto tasso di suicidi tra gli adolescenti omosessuali in Nuova Zelanda, dalle cinque alle otto volte maggiore rispetto a quello dei teenager eterosessuali «in un Paese – ha affermato – che conta uno spaventoso tasso di suicidi in generale». I deputati omosessuali Maryan Street e Kevin Hague hanno dichiarato la nuova legge avrà un effetto liberatorio sulla comunità gay, e allenterà il senso di marginalizzazione, specie tra i più giovani. Fonte:

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