ISTAT. NETTO CALO DEI MATRIMONI. AUMENTANO LE UNIONI

Grillini (Ps): "Trionfano le coppie di fatto. Necessaria una legge che le riconosca" giovedì 07 febbraio 2008 , di DIRE




(DIRE) Roma, 7 feb. - Sempre meno matrimoni vengono celebrati inItalia e, soprattutto, si consolida la tendenza a restare coppiadi fatto, se si decide di mettere al mondo dei figli. Secondo lestime dell'Istat, contenute negli Indicatori demografici per il2007, i matrimoni celebrati nel 2007 sarebbero appena 242 mila,pari a un tasso del 4,1 per mille, contro i 270 mila di cinqueanni prima (4,6 per mille). In un periodo pur caratterizzato daun lieve ripresa della fecondita', l'ultimo quinquennio sicaratterizza per l'incremento delle nascite "naturali", giunte arappresentare (dato 2006) il 18,6% del totale rispetto al 12,3%del 2002. Nello stesso periodo le nascite "legittime" scendonodall'87,7% all'81,4%. Le dimensioni del fenomeno, fa sapere l'Istat, sono ancoracontenute, soprattutto comparate con quelle di altri Paesieuropei (in Francia e Svezia, ad esempio, le nascite fuori dalmatrimonio superano il 50%, nel Regno Unito il 44%, mentre itassi di nuzialita' sono analoghi a quello italiano), ma segnanoil passaggio a una graduale trasformazione dei comportamentifamiliari in atto nel Paese. Nel Mezzogiorno, si stima unanuzialita' piu' alta rispetto al resto del Paese, mentre lapercentuale di nascite fuori del matrimonio e' nettamenteinferiore. In particolare, la Campania (5,3 per mille) e' laregione dove si contrae il maggior numero di matrimoni inrapporto alla popolazione.L'Istat stima che anche nelle altre regionidel Mezzogiorno, escludendo Abruzzo (3,8) e Molise (3,7) lanuzialita' si mantiene superiore alla media nazionale. Per quelche concerne la composizione delle nascite per filiazione, tuttele regioni del Mezzogiorno, tranne la Sardegna (18,9%),presentano percentuali di nascite naturali ben al di sotto dellamedia nazionale, con valori che oscillano dal 13,1% della Siciliaal 5,1% della Basilicata. Delle regioni del Centro-nord, solo nel Lazio la nuzialita'(4,2) e' un gradino sopra la media, mentre i valori minimi sirilevano nell'area a Nord-est del Paese, particolarmente inFriuli-Venezia Giulia (3,2), in Emilia-Romagna (3,4) e inTrentino-Alto Adige (3,4). In queste regioni, le coppiemanifestano, inoltre, una maggiore propensione a procreare, purnon essendo unite dal vincolo coniugale. Il massimo si rileva inProvincia di Bolzano (38% di nascite naturali) e in Valle d'Aosta(32%). Tra le regioni del Nord maggiormente rilevanti in terminidemografici vanno menzionate la Liguria (29%), l'Emilia-Romagna(29%) e la Toscana (28%). In questa area del Paese, osserval'Istat, le coppie si rifanno a un modello familiare piu' inlinea con le tendenze dei Paesi nord-europei, meno legate almatrimonio e piu' libere da vincoli nei confronti dellanatalita'. Viceversa, nelle regioni del Mezzogiorno, vige unmodello di coppia di stampo piu' tradizionale, dove il passaggiodel matrimonio rappresenta un vincolo importante prima di averedei figli.---Nota stampa. On. Grillini (Ps). Istat. Crolla il matrimonio tradizionale, trionfano le coppie di fatto. Necessaria legge che riconosca nuove famiglie.La fotografia dell'Istat sulle famiglie italiane è l'istantanea di una rivoluzione: crollano i matrimoni tradizionali, trionfano le coppie di fatto con figli nati fuori dal matrimonio, in perfetta sintonia con ciò che accade nel resto dell'Europa.All'Italia resta il triste primato dell'unico paese europeo che ancora distingue tra "figli legittimi", quelli nati nel matrimonio, e "figli naturali", quelli nati "fuori" dal matrimonio. Questi ultimi sono ancora discriminati in materia successoria.Il crollo dei matrimoni è legato ad una forte crisi dell'istituto tradizionale, ritenuto obiettivamente troppo rigido, e, in caso di crisi, troppo difficoltoso da sciogliere.L'interruzione anticipata della legislatura ha impedito purtroppo che arrivasse almeno al voto della lacunosa proposta sui CUS, i contratti di unione solidale, e di quella urgentissima sul divorzio breve.A mio parere la crisi del matrimoniale tradizionale è strettamente connessa all'incapacità del Legislatore di declinare la famiglia al plurale e di approvare leggi che riconoscano i diritti di tutte le famiglie, comprese quelle gay. Coloro che sostengono, a parole, di voler difendere la famiglia tradizionale, non sono altro che i maggiori responsabili della sua crisi.Il riconoscimento dei diritti di tutte le famiglie favorirebbe una maggior coesione sociale, e, ovviamente, l'inclusione determinerebbe un forte aumento dei nuclei familiari stessi.I dati Istat dimostrano che anche in Italia è assolutamente necessario riconoscere pari diritti e pari dignità a tutte i nuclei familiari esistenti.

On. Franco GrilliniDeputato socialista

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